Privacy e innovazione energetica: i dilemmi del sistema energetico 2.0.

L’avvento dei dispositivi di misurazione intelligenti nel mondo dell’energia, porta con sé un modello totalmente nuovo e complesso di interrelazioni tra operatori e consumatori finali, nel quale uno dei perni fondamentali di sviluppo è la disponibilità di informazioni quantitative e qualitative sui consumi.

I contatori intelligenti, infatti, consentono la produzione, la trasmissione e l’analisi di dati relativi ai consumatori in misura decisamente superiore a quella possibile con i contatori “tradizionali” o “non intelligenti”. Conseguentemente, permettono al gestore della rete e ai fornitori di energia di elaborare informazioni particolareggiate sul consumo energetico e sugli schemi di utilizzo, nonché di adottare decisioni sui singoli consumatori in base a profili utente. A prescindere dai vantaggi che i consumatori possono trarre dall’utilizzo di tali apparecchi in termini di risparmio energetico, è inevitabile il sorgere di quesiti legati all’impiego di dispositivi che vengono installati nelle abitazioni private, e sono strutturati allo scopo precipuo di raccogliere informazioni dettagliate sulle abitudini di consumo dell’utenza.

Le perplessità relative all’inferenza dei dati raccolti dai contatori intelligenti sulla tutela della privacy mettono in luce due elementi:

‒          il rischio di (eccessiva) profilazione del consumatore finale attraverso una lettura molto frequente dei dati, che può comportare, ad esempio, la raccolta di informazioni sensibili sull’impronta energetica del consumatore;

‒          la protezione e l’accesso ai dati memorizzati alla luce delle politiche in materia di protezione della vita privata e riservatezza.

In particolare, la necessità di protezione riguarda tre aspetti: la sicurezza “fisica” dei contatori; la sicurezza nella comunicazione dei dati; la riservatezza dei dati misurati al momento della loro raccolta, conservazione, elaborazione e comunicazione.

Sul tema, inoltre, è di recente intervenuta anche l’AEEGSI con il documento di consultazione “Energy Footprint” (186/2015/R/eel), l’Autorità ha presentato i propri orientamenti in merito alle diverse modalità di messa a disposizione dei dati storici di consumo di energia elettrica e di prelievo di potenza ai clienti finali in bassa tensione (dati storici corrispondenti agli intervalli di fatturazione e i dati storici corrispondenti al profilo di consumo su base giornaliera, mensili e, naturalmente, annuale.

L’intera questione, però, andrebbe analizzata in un’ottica di più ampio respiro: in un contesto in cui la digitalizzazione diviene un fattore abilitante per soddisfare gli obiettivi di efficienza energetica nell’orizzonte 2020, il tema della sicurezza dei dati nell’era digitale va declinato non tanto, e non solo, all’implementazione, e talvolta la costruzione, della rete infrastrutturale a supporto delle iniziative che puntano all’efficienza smart passando per una maggiore digitalizzazione, ma anche allo sviluppo di nuovi servizi con ricadute positive in differenti contesti applicativi (ad esempio, telecommunication service, Smart&Clean Energy, mobilità e trasporti, etc) e alla relativa implementazione di tecnologie digitali abilitanti (big data e open data, future internet technologies, cyber security, smart optical and wireless network technologies, etc).

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