2015: emissioni in aumento ma l’intensità energetica continua a scendere

immagineEmissioni GHG in aumento per la prima volta dopo anni. È il dato 2015 che emerge dai risultati del report dell’European Environment Agency (EEA), “Analysis of key trends and drivers in green house gas emissions in the EU between 1990 and 2015”.

Le emissioni sono in effetti aumentate dello 0,5% nell’ultimo anno di osservazione (2015) rispetto all’anno precedente, dopo un calo di ben il 4% registrato nell’anno precedente. È la prima variazione con segno positivo dell’ultimo lustro, un incremento che va di pari passo con il primo significativo aumento del PIL a partire dalla crisi (+2,2%).

Questo aumento va attribuito principalmente al settore residenziale, per via di un inverno leggermente più freddo rispetto agli scorsi anni, e al trasporto su strada – dove si è visto le emissioni aumentare per il secondo anno di fila – dovuto al maggior consumo di diesel sia nei veicoli pesanti che leggeri.

Per quanto riguarda i singoli Paesi, come la figura 1 mostra, Spagna, Italia e Paesi Bassi sono i Paesi che hanno registrato gli incrementi più consistenti, mentre, al contrario, il Regno Unito ha sperimentato un notevole calo – circa 20.000 kt di CO2 equivalenti in solo un anno.

Figura 1

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Nonostante questo aumento, tuttavia, sia l’intensità di carbonio che l’intensità energetica nel suo complesso del sistema energetico UE sono diminuite, la prima grazie al maggior impiego di rinnovabili e gas rispetto al carbone, la seconda in virtù di minori perdite da trasformazione e migliore efficienza energetica.

Inoltre, è comunque considerevole il calo complessivo registrato a partire dal 1990, e pari al 23,7%, risultato di una serie di fattori. Uno di questi è l’effetto di numerose politiche: quelle agricole ed ambientali, che hanno riguardato soprattutto gli anni ’90, e quelle energetiche e climatiche , che hanno attirato grande attenzione dei governi negli anni 2000. Un altro aspetto che ha certamente influenzato il declino osservato in questi 25 anni ha a che fare, da un lato, con la recessione economica globale che ha interessato l’ultimo decennio, nonché condizioni climatiche mediamente più favorevoli che hanno ridotto la domanda di energia delle famiglie europee. Il contributo maggiore (quasi la metà della riduzione complessiva) proviene da Germania – grazie alla maggiore efficienza di centrali elettriche e sistemi di riscaldamento, nonché alla riorganizzazione economica avvenuta a seguito della riunificazione tedesca, soprattutto nel comparto siderurgico – e Regno Unito, dove la liberalizzazione dei mercati energetici ed il conseguente progressivo passaggio da petrolio e carbone al gas nel processo di produzione dell’energia ha giocato un ruolo chiave.

In generale, il settore della produzione e fornitura di energia è, insieme all’industria, quello che ha contribuito maggiormente al conseguimento dei risultati degli ultimi 25 anni, mentre trasporti e biomasse hanno remato contro registrando un incremento complessivamente di circa 456.000 kt di CO2 equivalenti.

Figura 2

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Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata all’Università Commerciale L. Bocconi in Economia, con una tesi sperimentale sull’innovazione e le determinanti della sopravvivenza delle imprese nel settore delle telecomunicazioni.

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