La P.A. alle prese con la nuova sfida dell’Intelligenza Artificiale

I.A.L’espressione “Intelligenza Artificiale” è comparsa per la prima volta sessant’anni fa in un seminario estivo del Dartmouth College di Hanover. Da allora ne è stata fatta di strada: automobili senza conducente, assistenti virtuali che offrono consigli di acquisto, macchine in grado di formulare diagnosi cliniche e suggerire la relativa cura, dispositivi che possono imparare a giocare ai videogames…non ci troviamo di fronte ad un film di fantascienza ma alle nuove opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale.

Si tratta di un fenomeno nuovo la cui evoluzione sta procedendo a ritmo sostenuto grazie alla proliferazione dei dati e degli investimenti realizzati in tecnologie di storage, di monitoraggio e di analisi. Solamente tra il 2014 e il 2015, per esempio, il numero di organizzazioni che hanno sviluppato o implementato progetti data-driven è aumentato del 125%, con una spesa media per impresa di 13,8 milioni di dollari. La maggiore disponibilità di data-set sempre più vasti e ricchi, congiuntamente alla disponibilità a collaborare con smart machines, sta dando un forte impulso allo sviluppo di applicazioni business basate sulla I.A., prevalentemente in settori ricchi di dati e con focus sulle funzioni aziendali quali servizi finanziari, sanità, marketing, e vendite. Deep learning, recommendation engines, predictive analytics, natural language processing, machine learning e sistemi evidence based, sono solo alcune delle macro-categorie che compongono l’ecosistema delle intelligenze artificiali. Sono numerosissime ed interessanti le possibili applicazioni dell’Intelligenza Artificiale: si pensi, ad esempio, alla possibilità di impiegare robot per lo svolgimento dei lavori più usuranti oppure più pericolosi. Si tratta di opportunità straordinarie cui si accompagnerà inevitabilmente un impatto sul mondo del lavoro non solo in relazione al possibile effetto sostitutivo che l’impiego di intelligenze artificiali comporta, ma anche con riguardo alle nuove skills che saranno richieste ai lavoratori.

Le enormi opportunità ma anche i potenziali rischi connessi alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale sta determinando un acceso dibattito a livello non solo nazionale ma anche europeo circa i possibili interventi da porre in essere per governare tale fenomeno dai risvolti e dagli impatti ancora non pienamente espressi. Il Parlamento europeo, in particolare, nel febbraio 2017 ha adottato una Risoluzione recante raccomandazioni alla Commissione concernenti norme di diritto civile sulla robotica. Si tratta di un documento importante in cui vengono chiaramente descritti i benefici connessi all’utilizzo crescente dell’Intelligenza Artificiale ed al contempo la necessità di procedere all’adozione di norme che disciplinino la responsabilità, la trasparenza e l’assunzione di responsabilità senza però influenzare il processo di ricerca, innovazione e sviluppo nel settore della robotica. E’ evidente,infatti, che l’impiego dell’Intelligenza Artificiale pone quesiti, criticità e domande del tutto nuovi cui l’attuale disciplina normativa non è in grado, se non parzialmente, di fornire risposte adeguate.

Non solo il mondo delle imprese, ma anche le pubbliche amministrazioni potranno godere dei benefici derivanti dall’impiego dell’Intelligenza Artificiale. Consapevole di ciò il Governo, attraverso l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha lanciato una call nel mese di aprile per la formazione del primo gruppo di lavoro italiano con l’obiettivo di studiare ed individuare le priorità derivanti dalla diffusione delle nuove tecniche di Intelligenza Artificiale nella creazione dei servizi in modo da semplificare e modernizzare il rapporto tra Stato e cittadini. Entro la fine dell’anno, grazie alla recente costituzione della task force, sarà presentato un primo rapporto sintetico, un libro bianco, con suggerimenti e raccomandazioni che la pubblica amministrazione italiana potrà adottare per allinearsi alle migliori prassi internazionali.

È iniziata, dunque, anche per le PP.AA. la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale; non sarà facile creare le necessarie competenze così come non sarà facile superare le riserve mentali che soprattutto gli individui più maturi generalmente oppongono ai cambiamenti ma senza dubbio la partita dell’Intelligenza Artificiale non può non vedere scendere in campo il settore pubblico. L’Intelligenza Artificiale, infatti, potrebbe rappresentare un importante strumento di semplificazione ed un prezioso alleato nella sfida per la conquista di quell’economicità, efficacia ed efficienza che la legge individua come obiettivi cui deve tendere l’attività amministrativa.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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