L’Autore illustra il ruolo e le funzioni dell’Agenzia italiana del Farmaco che viene considerata in rapporto ai modelli che sono emersi nell’ordinamento nell’ultimo decennio anche in altri settori, al fine di evitare che -concentrandosi sul solo farmaceutico – si perda il disegno generale. Ormai, infatti, si registra la diffusione di una rete di regolatori fortemente integrati anche a livello comunitario, che tagliano orizzontalmente le competenze dei singoli stati membri. Con riferimento specifico al settore farmaceutico, in cui si registra la presenza di attori istituzionali tradizionali multilivello, Unione europea, Stato e Regioni, in un’ottica di efficienza, è importante concentrare alcune competenze in un unico organismo che costituisca un punto di riferimento omogeneo e rappresenti per le imprese un unico interlocutore con cui dialogare.