La recente mancata approvazione, da parte del Parlamento europeo, della riforma del framework regolatorio delle comunicazioni elettroniche, anche alla luce delle elezioni europee, rischia di far ritardare pesantemente, o forse anche di compromettere, l’entrata in vigore del nuovo quadro. Eseguendo un primo bilancio del testo attuale, molte sono le limature, ed a volte anche i tagli, che Parlamento e Consiglio hanno eseguito sulla proposta iniziale di fine 2007, anche se le maggiori novità introdotte rimangono comunque quelle della separazione funzionale come rimedio; della riforma istituzionale e dell’introduzione di una procedura di controllo anche sui rimedi; della riforma della normativa sullo spettro delle frequenze e la riduzione dei mercati rilevanti da 18 a 7 (provvedimento questo contenuto in una Raccomandazione già in vigore dalla fine del 2007). Il quadro si completa poi con una bozza di Raccomandazione sulle next generation access networks (NGAN), dalla quale, più che dagli altri atti, emerge ben chiara la volontà, da parte del Regolatore comunitario, di continuare ad essere molto presente nel mercato, nella convinzione che l’innovazione tecnologica, se da un lato permette di rimuovere vecchi bottlenecks e di aprire alla concorrenza, dall’altro propone sfide che richiedono una presenza continua e senza scadenza della regolazione.