L’importazione parallela di medicinali nei Paesi Europei è un fenomeno di arbitraggio nel quale soggetti economici specifici acquistano farmaci in Paesi dove costano meno per rivenderli in Paesi dai prezzi più elevati, dopo averli nella maggior parte dei casi rietichettati nella lingua locale. Si tratta di un fenomeno sviluppatosi negli ultimi dieci-dodici anni e favorito dalla EU nello spirito della prevalenza della libera circolazione intracomunitaria delle merci, la cui giurisprudenza si è costruita attraverso le sentenze delle Corti di Giustizia EU e la cui regolamentazione è stata meglio definita con una comunicazione della EC alla fine del 2003. Dal punto di vista economico il mercato parallelo dei farmaci si stima ammonti a circa il 7% del mercato farmaceutico continentale, ovvero a circa 10 miliardi di euro. Si evidenzia in questo paper come, pur nelle diverse e varie regolamentazioni in merito nei vari Paesi membri, i benefici principali vadano massimamente agli importatori paralleli e solo in misura molto inferiore ai payers, pubblici e privati, ancora meno ai farmacisti.Di converso, è stimabile dai 3,5 ai 4,5 miliardi di euro il minore introito delle industrie farmaceutiche, riducendone la capacità di investimento, soprattutto in ricerca, dove, considerando la quota investita del 20% delle revenues, la riduzione è stimabile tra 700 e 900 milioni di euro.