Nel 2010, delle circa 13.000 domande di brevetto presentate nel settore energetico a livello globale, solo lo 0,7 per cento provenivano dall’Italia. Tale dato, già preoccupante di per sé, risulta essere particolarmente allarmante se confrontato con la media storica (dal 1988 al 2007) del nostro Paese che si attestava sul 2,5 per cento (più della quota italiana dei brevetti totali, che rappresentava solo il 2%). Questo è uno dei dati principali che emergono dal Rapporto 2011 sull’innovazione energetica, curato per il terzo anno consecutivo da I-Com. Il Rapporto conferma le tendenze già evidenziate negli anni precedenti in Italia dove, da un lato, i dati sugli investimenti pubblici in R&S e l’attività di ricerca nel settore energetico sembrano tenere il passo con i principali player mondiali, mentre dall’altro gli investimenti privati e l’attività brevettuale segnano il passo.
Anno: 2011
N° pagine: 147
Autore: [tp no_translate=”x”]Sergio BRUNO, Silvia LAMONACA, Manuela MISCHITELLI, Alessandro SERSALE, Ugo STECCHI[/tp]