Nessuna differenza antropologica fra 5 stelle e resto del mondo (politico). Per decidere serve il confronto: i “grillini” non scappano

Ospitalità, qualità dell’approfondimento e capacità di generare dibattito. E’ questo l’intento di I-Com; quello cioè di offrire nuovi punti di vista e di incentivare lo scambio fra protagonisti aziendali (italiani, stranieri e multinazionali), mondo accademico, istituzioni e pubblico decisore. L’incontro genera condivisione e, spesso, nuove traiettorie di ricerca nascono proprio dal confronto fra le diverse opinioni e competenze che I-Com accoglie. La fama dell’Istituto deriva anche da questa sua capacità di generare confronto.

Come tutti sanno, un nuovo soggetto si è inserito da pochi anni nelle stanze dei bottoni, localmente e centralmente. Da ormai 4 mesi, poi, il MoVimento 5 Stelle è anche un importante attore sulla scena parlamentare. Per forza di cose, gli oltre 150 parlamentari “grillini” hanno dovuto ridimensionare la (minacciata) furia iconoclasta e il proprio pacifico spirito rivoluzionario per conformarsi, così, ad alcune norme delle assemblee elettive, dalle più frivole alle più significative.

Fra le prime c’è senz’altro la storia dell’appellativo con cui rivolgersi ai parlamentari pentastellati. Infatti, se commessi delle Camere, giornalisti e cittadini ti si rivolgono trenta volte al giorno chiamandoti “Onorevole”, tenderai a presentarti così anche al telefono; archiviando prematuramente l’epiteto di “cittadino eletto”. Piccole cose… Fra le più significative c’è, invece, la prassi, invalsa nelle liberal-democazie, di confrontarsi oltre che con i propri elettori anche con le altre forze parlamentari e con i portatori di interessi, sia fuori che e ai margini delle istituzioni. Naturalmente i 5 stelle sono obbligati a farlo, ma, sorprendentemente, lo fanno volentieri, al di là di una vuota retorica isolazionistica che ha preso piede anche grazie alle intemperanze dei più acerbi fra di essi.

Decidere, si sa, non è affare semplice: più la decisione è tecnica e specifica più il bisogno di confronto e di consultazione aumenta. I-Com non ha dubitato un solo istante su quanto fosse imprescindibile accogliere nelle tavole rotonde e nei policy brainstrorming che organizza anche le opinioni di questo rappresentativo attore politico.

Fin dall’inizio della legislatura abbiamo invitato alcuni rappresentanti del M5s. Il risultato è stato piacevole e sorprendente. Abbiamo incontrato parlamentari competenti e consapevoli, più curiosi e disponibili di quanto ci saremmo attesi. E di quanto anche gli stekholders invitati si sarebbero davvero aspettati.

Certo, non abbiamo cercato le star tv del MoVimento, ma, come da nostra prassi, abbiamo inserito nell’immaginario motore di ricerca I-Com caratteristiche di competenza e specialità, a partire proprio dai lavori delle commissioni permanenti competenti. Abbiamo persino maturato l’opinione che i grillini televisivi non siano affatto le teste migliori di cui il MoVimento dispone.

I dibattiti con Davide Crippa (deputato, vicepresidente della X commissione) sulla SEN, autore nella settimana precedente di un’interpellanza sul tema ai ministri competenti, e con Giulia Grillo (deputata della XII commissione, solo omonima del capo-garante) sull’industria del Farmaco (presenti anche rappresentanti di imprese del settore, vedi qui), sono stati l’ennesima conferma che non esiste alcuna diversità antropologica fra grillini eletti e resto del mondo (politico).

Dai dibattiti svolti (combinati in verità dopo un’iniziale diffidenza) sono sicuramente emerse le differenze di vedute fra 5 stelle e esponenti di diversa estrazione, magari anche un’inconsueta dose di idealismo, ma l’incontro dei “cittadini eletti” con i rappresentanti di grandi aziende e associazioni d’impresa è stato più positivo di quanto ci si aspettasse. Così ci è parso, così ci hanno confessato i nostri ospiti.

Da questo incontro tra I-Com e 5stelle ho, perciò, maturato la convinzione che al di là del ruolo giocato dal non-leader Beppe, degli impegni formali sottoscritti e delle regole del non-statuto, il rischio che corre la pattuglia parlamentare del M5s è quello che si apra una voragine fra le silenziose competenze nascoste nelle pieghe dei lavori parlamentari, da una parte, e le sparate mediatiche di alcuni front-man del MoVimento, dall’altra.

Di certo, se dovesse prendere il sopravvento la pattuglia dei silenziosi e degli operosi, più che i sondaggi del M5s a giovarsene sarebbe il Paese.

Nato a Roma nel 1983, è cresciuto a Novara fino all’età di 20 anni. Laureato cum laude in Sociologia all’Univeristà degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, con tesi in sociologia economica prima e sociologia politica poi.

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