La tradizione statunitense dei fundraiser in diplomazia è un esempio interessante di commistione tra pubblico e privato. Va oltre l’idea di spoil system. Non si tratta, in altre parole, di sostituire i vertici (in questo caso della diplomazia, ma il discorso si può estendere a tutti i posti chiave delle amministrazioni) con persone di fiducia. Si tratta di riconoscere il principio della mobilità dei ruoli all’interno del sistema decisionale pubblico. Attenzione, mobilità a 360 gradi. E quindi anche un privato, un lobbista che ha lavorato alla campagna elettorale, può approdare ai vertici dell’amministrazione federale. Nessuno scandalo. E sempre senza clamore quel privato tornerà all’impresa quando un nuovo Presidente farà nuove nomine.
Ovviamente c’è un presupposto di base perchè tutto funzioni: ed è la massima trasparenza. Delle nomine, dei meriti, e soprattutto delle finanze. Queste soprattutto. E’ la vecchia storia del Chi (ha avuto) Quanto (in denaro e altri beni) e Come (li ha spesi). Non è difficile procurarsi queste informazioni e chiunque può fare i riscontri e le verifiche che vuole. Per esempio venerdì è stato pubblicato l’elenco aggiornato dei redditi di tutti i membri del Congresso (lo trovate Qui). Quello dei senatori è stato pubblicato un mese fa (Qui).
Senza trasparenza il sistema crollerebbe come un castello di carte. L’opacità è un problema serio, ed è purtroppo un nostro problema. Talmente serio, e talmente nostro, che non offre sufficienti garanzie a sostegno della competenza di chi – non moltissimi in realtà, nel sistema ossificato che ci ritroviamo chi sta nel pubblico resta nel pubblico e chi sta nel privato resta nel privato, anche se con motivazioni diverse – passa da un incarico pubblico a uno privato, o viceversa. Da noi devi sempre giustificare, e chiunque può sempre insinuare che ci sia “qualcosa sotto”.
Il risultato? Chi si sposta lo fa sapendo di dover resistere all’onda d’urto dei media, le amministrazioni perdono la possibilità di fare “innesti” utili a migliorare la propria azione, e i talenti si sviluppano, ma senza mai combinare nel proprio curriculum un bagaglio di esperienza maturato in contesti diversi (con le loro sfide, opportunità e limiti).