Una svolta per il teleriscaldamento

Su questo blog molto recentemente si è parlato di come la torta energetica anziché ingrandirsi, come molti forse troppo facilmente pensavano, va sempre più rimpicciolendosi, tanto che gli scontri per dividersela diventano vieppiù duri.

Anche in questo contesto vanno ascoltate le parole del presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas Guido Bortoni nella, consueta, presentazione della Relazione annuale a proposito del Teleriscaldamento.

Un’attività in Italia ancora “giovane”, anche se in alcune zone del Paese, il teleriscaldamento ha già una discreta diffusione e, cosa più importante, notevoli sono le prospettive di crescita anche a giudicare da quanto prevedono diversi comuni e regioni.

La relativa giovinezza contribuisce a giustificare come l’attuale assetto del settore presenti più di una criticità sul piano della concorrenza: dall’affidamento del servizio, alle possibili restrizioni alla interfuel competition, anche in ragione degli obblighi di connessione alla rete di teleriscaldamento e agli ostacoli alla disconnessione da tale rete posti da alcuni comuni. Né si può trascurare come, a differenza di altri servizi a rete (gas naturale ma ora anche acqua), la fissazione delle condizioni economiche di fornitura non è soggetta a regolamentazione da parte dell’Autorità per l’energia.

Proprio per queste ragioni, e per le tante segnalazioni ricevute da parte degli utenti, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ormai un anno e mezzo fa, ha avviato un’istruttoria (Provvedimento n. 23184, Bollettino n. 52 del 16 gennaio 2012).

In questo quadro c’è da temere che le parole del presidente Bortoni che qui riportiamo: «Nel comparto dell’energia emerge la necessità di estendere le competenze della regolazione ad alcuni settori ancora sprovvisti di essa, soprattutto in quelli in cui risulta essenziale fornire un quadro solido per lo sviluppo di investimenti nelle reti energetiche ed introdurre nel contempo adeguate tutele ai consumatori ed utenti. Penso in particolar modo ai servizi di teleriscaldamento per l’utenza diffusa: è ormai tempo che venga avviata una regolazione su tali servizi. Questa Autorità può farsene carico con il minimo impiego di nuove risorse, grazie alle forti sinergie con gli altri settori attualmente già regolati» non vengano accolte con favore. Come non è stata accolta la sentenza del Consiglio di Stato (Quinta Sezione, sentenza n. 2396/2013 depositata il 2 maggio) che ha chiarito come il teleriscaldamento sia da considerarsi un servizio pubblico.

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