La consultazione lanciata dalla Commissione Europea (DG Connect) sul libro verde “Prepararsi a un mondo audiovisivo della piena convergenza: crescita, creazione e valori” nell’aprile scorso, si è chiusa ieri, dopo un mese di estensione (in un primo momento la deadline era stata fissata per fine agosto). Il libro verde intendeva esprimere e sottoporre alla consultazione di tutti gli stakeholders, la visione della Commissione Ue sul tema della convergenza nel settore audiovisivo e dei media interconnessi, concentrandosi su due aspetti fondamentali: quello del mercato, dalla questione dei modelli di business a quella delle infrastrutture, passando dal tema dell’interoperabilità, e quello dei contenuti, con al centro la difesa del pluralismo, della libertà di informazione e della diversità culturale, , nonché la tutela dei minori e delle categorie deboli.
I temi sollevati dalla Commissione appaiono quanto mai centrali, così come appare appropriati il momento per discuterne e lo strumento della consultazione. E’ vero però anche che su una materia magmatica ed in continuo divenire, se si vuole che l’Unione tuteli il proprio mercato ed i valori fondamentali che lo ispirano, occorre che l’azione sia rapida. Il mercato non aspetta e si muove, sforna nuovi device in continuazione e nuove app da utilizzare. La Connected Tv avanza (66 di apparecchi venduti solo nel 2012), il mercato dei tablet è in piena esplosione e si appresta a superare quello dei pc, così come quello degli smartphone. Il tutto mentre player Over the Top – rigorosamente non-europei, sono sempre più dinamici e, come nel caso di Netflix, oramai pronti a non essere solo degli intermediari, ma a giocare un ruolo sempre più importante nella produzione di contenuti. L’Europa si presenta all’appuntamento con la convergenza con reti ultra-veloci ancora da fare (e pochi investimenti a disposizione), un mercato delle telecomunicazioni e dei contenuti frammentato (problema non da poco, quando si tratta di contenuti e quindi di lingue e culture diverse…), con un set di regole efficace per proteggere i player del mercato, ma forse non altrettanto per farli crescere in un sistema globalizzato, e non pochi problemi di “media literacy”, che fanno sì che spesso i consumatori acquistino i nuovi apparecchi senza essere capaci di sfruttarne appieno le potenzialità.
Le questioni sottoposte alla consultazione sono complesse, e tutte importanti se si vuole che l’Europa abbia una voce in capitolo importante, senza dovere cedere nulla nella protezione di valori fondamentali come pluralismo e libertà nei media. L’auspicio è che dalla consultazione emergano indirizzi precisi, traducibili in azioni efficaci e concrete. Ma soprattutto che tutto ciò avvenga in tempi adeguati alla velocità del mercato.