Un giorno mi siederò sul divano, accenderò la mia Tv connessa, prenderò il mio smartphone con la app per il “remote control” e mi metterò a fare zapping, tenendo sotto braccio il mio tablet “second screen”. Probabilmente mi metterò a guardare Sky Tg24 (probabilmente il miglior Tg in circolazione), per farmi un’idea di quello che è successo e sta succedendo, ma dopo un po’ deciderò di aprire la app di Repubblica o Corriere, per avere qualche approfondimento e confrontare le notizie, anche grazie ai video che avranno caricato sull’attualità, anche se dovrò pazientare per la pubblicità in pre-roll. Fatto il pieno di notizie, deciderò di distrarmi con qualche contenuto più “light”, e non trovando nulla di interessante nella programmazione del giorno, sfoglierò il catalogo dei programmi di intrattenimento on demand, magari deciderò di vedere un talk andato in onda su Rai o su Mediaset, e poi mi guarderò cercherò dei video su Youtube. Anche qui mi sorbirò un po’ di pubblicità, inserita qua e là, che potrò o meno skippare. Per finire la serata, però, deciderò di guardarmi un film. Consulterò le library di Sky o di Mediaset, magari, oppure entrerò in iTunues o Netflix e sceglierò qualcosa da lì. Non prima però di avere fatto un giretto su internet, per cercare dei biglietti e fare una prenotazione per un viaggio, cercando un po’ di recensioni e saltando da Expedia a Tripadvisor, a 2Spaghi per farmi un’idea, anche grazie a qualche video-recensione che troverò qua e là.
Quel giorno non mi sarò mosso dal divano, anche se sarò una couch-potato molto dinamica. Senza accorgermi di molto sarò passato da informazioni trasmesse un segnale televisivo terrestre captato dalla mia antenna di casa, ad informazioni veicolate da pacchetti ip che mi ha portato il mio provider internet, che il mio modem ha interpretato e trasmesso alla mia Tv. Avrò visto tanta pubblicità, e magari avrò visto lo stesso spot dello stesso prodotto, una volta in un break pubblicitario di un canale e un’altra volta nel pre-roll di un video in streaming, senza rendermene conto. Senza accorgermene, avrò consumato, come se fossero la stessa cosa, pubblicità televisiva e pubblicità internet. E sempre senza accorgermene, avrò fatto zapping tra un broadcaster ed un intermediario di rete, da un’opera audiovisiva europea contata in una quota, ad una la cui origine fa testo, da una programmazione per minori protetta ad una senza alcuna protezione. La convergenza e la contaminazione dei media sono ormai sotto i nostri occhi, ma se pensiamo che per governarla e renderla migliore e più efficiente occorrono regole, occorrono prima ancora riflessioni adeguate e “forward looking” su quello che sta succedendo. Altrimenti le contraddizioni che già esistono sono destinate ad esplodere con maggiore fragore molto presto e si rischia di creare uno scenario o totalmente non regolato, o con regole inique ed inefficaci. Quel giorno, in realtà, è già oggi