Maggiore autonomia ai Dirigenti per la revisione della spesa sanitaria

La Confederazione Sindacale Medici e Dirigenti – COSMeD, lancia un monito alle istituzioni e al Governo, affermando che bisogna affidare la revisione della spesa e dei budget in Sanità ai dirigenti della Pubblica Amministrazione, ossia a coloro che conoscono i punti di forza e debolezza dei processi produttivi.

In occasione del Convegno su: “Impatto della Crisi sulla pubblica amministrazione e sul welfare”, COSMeD avverte proprio che non affidare la revisione di spesa ai dirigenti, soprattutto nel settore sanitario, comporta rischi di tagli lineari generalizzati, che non colpiscono le aree di inefficienza ma invece deprimono ulteriormente la possibilità di offrire un servizio congruo ai bisogni dei pazienti.

La logica di fondo non è nuova, il tentativo di responsabilizzare il Direttore Generale delle strutture ospedaliere e delle ASL è in atto già con la riforma sanitaria del 1992, e che man mano, con il processo di aziendalizzazione del SSN, si è sempre più affermato come elemento rilevante per l’efficientamento del sistema di erogazione dei servizi di assistenza sanitaria del nostro paese.

Ma il modello di controllo della spesa pubblica, però, ha portato ad attuare un sistema di tetti di spesa settoriali, come per esempio il tetto di spesa farmaceutica definito con una percentuale secca rispetto all’ammontare del Fondo Sanitario Nazionale, che facilmente si prestano ad essere ridefiniti, al ribasso, praticando dunque tagli lineari su interi comparti.

Con questo sistema, l’autonomia conquistata dai dirigenti della PA nel settore sanitario grazie alle varie riforme del SSN, e allo stesso modo l’autonomia delle Regioni ottenuta con la riforma del Titolo V, si traduce di fatto in una mera responsabilità al rispetto dei vincoli di spesa definiti a livello centrale.

Alla luce di ciò, è necessario lasciare ai dirigenti della PA un vero spazio di autonomia gestionale, soprattutto nel comparto sanitario, dove il contenimento delle risorse spesso determina la necessità di ridisegnare completamente il modello di gestione dei servizi, e di conseguenza determina una riallocazione delle risorse su specifici ambiti di assistenza.

Coordinatore Scientifico Area Innovazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Economia e Gestione delle Aziende Sanitarie dell’Università Cattolica, e un MA in European Economic Studies al College of Europe di Bruges.

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