Il riesame del quadro normativo UE sui pagamenti (in particolare la direttiva sui servizi di pagamento – Payment Service Directive, PSD – e le risposte al Libro Verde della Commissione Europea dell’11 gennaio 2012 “Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti tramite carte, internet e telefono mobile”) ha messo in luce la necessità di ulteriori misure e aggiornamenti della normativa esistente. A tal fine, il 23 luglio 2013, la Commissione ha adottato un pacchetto legislativo composto di una proposta di Direttiva relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno e una di Regolamento avente ad oggetto le commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento tramite carta.
Pagamenti elettronici sicuri, efficienti, competitivi e innovativi sono fondamentali per il mercato interno di prodotti e servizi, un aspetto questo che, in un momento in cui il commercio elettronico sta, a poco a poco, soppiantando gli scambi tradizionali, ha un impatto sempre crescente. Un mercato unico dei pagamenti digitali, questa la maggiore sfida del Pacchetto sopramenzionato, un simile traguardo porrebbe fine ad “un mercato dei pagamenti frammentato e caro, un mercato di 130 miliardi di euro, che pesa l’1% del PIL UE”, usando le parole di Michel Barnier – Commissario per il Mercato Interno e i servizi -, un mercato in cui quasi tutti i correntisti possiedono una carta di debito e il 40% anche una carta di credito, il 34% dei cittadini europei compie gli acquisti su internet e oltre il 50% possiede uno smartphone che gli da accesso al mondo dei pagamenti tramite dispositivo mobile (per alcuni settori, ad esempio il comparto viaggi, la maggior parte delle vendite avviene via internet). Un mercato di potenzialità ancora non del tutto esplorato. Alla luce di quanto detto la Commissione Europea ha ritenuto indispensabile predisporre una normativa che, per un verso, instaurasse pari condizioni di concorrenza tra tutte le categorie di prestatori di servizi di pagamento, aumentando così scelta, efficienza, trasparenza e sicurezza dei pagamenti al dettaglio, per l’altro, agevolasse la prestazione transfrontaliera di servizi innovativi di pagamento con carta, via internet e tramite dispositivo mobile assicurando un mercato unico per tutti i pagamenti al dettaglio.
La proposta di Direttiva tende quindi ad uniformare il livello europeo di alcune procedure relative all’autorizzazione degli istituti di pagamento, ad armonizzare ulteriormente diritti e obblighi in materia di pagamenti elettronici, eliminando alcune delle opzioni esercitate a livello nazionale, inoltre, introduce nuove norme con lo scopo di favorire la nascita di innovativi sistemi di pagamento elettronico per gli acquisti on-line.
In combinato con la Direttiva, il Regolamento introdurrà massimali per le commissioni applicate ai consumatori sulle operazioni effettuate con carte di debito e di credito e vieterà l’applicazione di maggiorazioni per tali tipo di carte (ossia il sovrapprezzo che alcuni esercenti applicano al pagamento con carta) particolarmente in uso soprattutto nell’acquisto di biglietti aerei. Con le nuove regole si impone un tetto massimo sulle commissioni valevole per tutti i paesi UE, intervenendo appunto sulle varie incongruenze nazionali sino ad oggi presenti: 0,2% per le carte di debito e 0,3% per le carte di credito. Ciò permetterà ai retails on-line, in particolare quelli che subivano gli alti tassi delle commissioni interbancarie, di diventare maggiormente competitivi sul mercato europeo con un effetto positivo sui prezzi. Per un periodo transitorio di 22 mesi, tali massimali si applicheranno solo alle operazioni transfrontaliere (intese quali operazioni in cui il consumatore usa la carta in un paese diverso dal proprio oppure quando il dettagliante si appoggia ad una banca di un altro paese), trascorso tale periodo riguarderanno anche le operazioni nazionali.
La prospettiva di una riduzione del contante, realizzata appunto attraverso la diffusione generalizzata di sistemi di pagamento elettronici, è una tematica tanto attuale quanto controversa. Tra maggio e giugno 2013, il CNEL ha organizzato un ciclo di audizioni, conclusosi il 17 ottobre con il Seminario “Il sistema Italia alla sfida dei pagamenti elettronici”, avente da oggetto una riflessione sulle possibili misure volte a rafforzare la diffusione della moneta elettronica.
Risulta dal documento CNEL che l’eliminazione del contante a favore di sistemi di pagamento elettronici è una realtà soltanto per pochi Paesi nel mondo: il Giappone, con 12 carte di credito per abitante, è in testa alla classifica mentre l’Italia è solo al 23° posto nel mondo, con 1,6 carte di credito per abitante (anche se l’effettivo divario per l’Italia deriva soprattutto dallo scarso utilizzo delle carte di credito mentre sul dato relativo alle carte di debito è allineata con gli altri paesi europei comparati bili). I paesi emergenti hanno visto un uso crescente di tale di tale strumento, in India, dal 2008 al 2010, sono cresciuti del 50%, in Cina del 34%, crescite significative si sono registrate anche in Brasile, Russia e Messico (in generale, l’Asia è l’area a più alto tasso di incremento). In Europa, invece, si assiste ad una graduale riduzione della diffusione delle carte di credito a favore di quelle prepagate. In Inghilterra e Francia la loro diffusione è diminuita rispettivamente dell’1,5% e del 2% e ancora più marcata è stata per la Spagna, la Grecia e il Portogallo.
articolo interessante che pone molti spunti di riflessione…che forse il legislatore sta prendendo in considerazione!
Sarebbe interessante capire come mai si assiste ad uno switch da carte di credito verso carte prepagate in europa..la ragione sta nel cercare di minimizzare le frodi?….come mai in italia alla luce delle restrizioni sull’uso del contante ancora rimane ampio il divario sull’uso dei pagamenti elettronici rispetto agli altri paesi ci sono ostacoli a livello di costi?..a livello di ritardo nelle infrastrutture digitali?