La rete distributiva del farmaco in Italia annovera più grossisti rispetto agli altri paesi europei, appare la meno orientata all’innovazione anche per via della impossibilità di legiferare su una sua organica riformulazione, compreso i compensi per la filiera distributiva. Diverse sono le proposte in campo che permetterebbero di migliorare la distribuzione del farmaco attraverso reti distributive come per esempio Poste Italiane, che potrebbe supportare la filiera attraverso una distribuzione del farmaco a domicilio direttamente dal depositario dell’azienda. E’ chiaro che per fare ciò bisognerebbe realizzare una riforma organica che rivisiti il ruolo del Medico generalista, della rete distributiva, e il pricing del farmaco.
Diversi sono stati i tentativi di riforma, ma ad oggi ancora persiste lo stesso modello. Eppure gli effetti negativi della “non-innovazione” sono evidenti e denunciati da più fronti: il fenomeno del parallel trade, lo stock-out del farmaco, la mancata possibilità di consegnare farmaci presso il domicilio di persone impossibilitate ad andare in farmacia, una riduzione drastica del costo di distribuzione. Per la questione del parallel trade, da diverso tempo si parla di creare un sistema di dual pricing che in buona sostanza consiste nel differenziare il prezzo di vendita del farmaco non in base alla modalità di dispensazione al paziente, ma in base al Paese di destinazione. In altre parole il prezzo del farmaco venduto in Italia è quello regolato e concordato con AIFA, se invece il farmaco è acquistato in Italia ma distribuito all’estero il prezzo non è vincolato a quello concordato con AIFA. E’ chiaro che, essendo l’Italia il paese con i prezzi più bassi dei farmaci rispetto agli altri paesi europei, il fenomeno del parallel trade è forte, e questo porta a episodi evidenti di mancanza di farmaco in Italia (stock-out).
Oltre al pricing, dunque, emerge con forza anche la necessità di migliorare il sistema di tracciatura del farmaco che non è effettuato in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. Pur essendo tecnicamente possibile tracciare ogni fustella, ad oggi non si hanno mezzi e database interrogabili per risalire al percorso di prodotti venduti ed introdotti nel canale della distribuzione italiana. Solo attraverso una corretta e capillare tracciatura dei movimenti dei farmaci si può controllare il loro percorso, e dunque la loro destinazione.
Il costo della distribuzione è elevato. Per i farmaci territoriali si arriva a sostenere il 30% del prezzo per la loro distribuzione. Con riforme mirate alla distribuzione del farmaco e alla capacità di dispensazione anche da parte di medici generalisti e di reti distributive diverse da quelle tradizionali, usando per esempio la consegna a domicilio, si potrebbe risparmiare buona parte del costo di distribuzione appena evidenziato e avere un servizio migliore per il paziente. Bisogna avere il coraggio di guardare in maniera obiettiva ai costi e ai benefici di una riforma organica della filiera distributiva del farmaco, e finalmente attuarla a vantaggio del cittadino-paziente e delle casse dello Stato.