Destinazione Italia: una spinta alla diffusione della banda larga ed ultralarga in Italia

In sede di conversione del decreto legge Destinazione Italia sono state introdotte una serie di importanti novità nel settore delle telecomunicazioni nell’ottica di incentivare la domanda e l’offerta di banda larga ed ultralarga in Italia. Sono state previste agevolazioni per la posa della fibra ottica, crediti d’imposta per Pmi che investono in coperture di rete fisse o mobili a partire da 30 Mb e voucher per quelle che spendono in tecnologia ed è stato avviato il catasto delle infrastrutture, a cura dell’AGCom, che darà conto delle infrastrutture pubbliche e private.

Si tratta di misure strategicamente importanti che potrebbero sicuramente fornire un impulso positivo alla diffusione della banda ultralarga che in Italia tanto fatica a decollare.  È senza dubbio apprezzabile l’intento di metter mano al Regolamento scavi che ha liberalizzato l’uso di minitrincee, salvo poi conservare – inspiegabilmente – l’obbligo per gli operatori di ripristinare il manto d’asfalto, così come è certamente utile per gli operatori la previsione del credito d’imposta non solo nel caso di acquisto di connessioni, ma anche per le ipotesi di lavori di copertura richiesti agli operatori telefonici. Anche gli incentivi agli abbonamenti a banda larga (fissi, mobili, terrestri, satellitari) fissati in voucher fino a diecimila euro, per un massimo di cento milioni a livello nazionale rappresentano un incentivo al raggiungimento degli obblighi di copertura previsti dalla Digital Agenda Europea.

I provvedimenti descritti rappresentano interventi di cui l’Italia ha bisogno per cercare di recuperare i preoccupanti ritardi di copertura banda ultra larga, rispetto al resto d’Europa, accumulati negli anni e che sono stati recentemente rilevati anche nel rapporto di Francesco Caio, nominato dall’ex premier Enrico Letta responsabile dell’Agenda digitale presso la Presidenza del Consiglio. È evidente, tuttavia, che la mera previsione di norme a sostegno della banda larga ed ultralarga non è in grado di assicurare quel processo di trasformazione del sistema Paese necessario per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi 2020. È irrinunciabile la predisposizione di un programma di interventi puntuali che sostengano gli investimenti nelle infrastrutture e che rendano effettivo e sostanziale il passaggio dei servizi della PA al digitale incrementando, conseguentemente, la domanda di internet degli italiani.

La diffusione della banda larga ed ultralarga d’altronde è una priorità a livello europeo e per sfruttare il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso, è necessario che le misure contenute nel decreto Destinazione Italia non rappresentino un isolato tentativo ma, al contrario, si inquadrino in una serie di nuovi interventi da parte del nuovo Governo cui spetta una sfida molto impegnativa ma non impossibile.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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