Le sim “network-agnostiche”: una nuova sfida per l’Europa?

Parte dall’Olanda l’ennesima sfida. Questa volta non è coinvolta l’etica né la religione ma il settore delle telecomunicazioni che rischia di subire una vera e propria rivoluzione. Si tratta della possibilità riconosciuta dal regolatore olandese di emettere sim “network-agnostiche”, ossia in grado di prescindere da un singolo operatore mobile e di funzionare su qualunque rete. Non è più dunque la sim a stabilire la connessione ma la scelta del singolo utente.

Questo via libera – che non trova simili in alcun paese del mondo – introduce alcune straordinarie novità: la facoltà per qualsiasi tipo di azienda e, dunque, anche per quelle che non operano nel settore delle telecomunicazioni, di vendere sul mercato proprie sim card, la possibilità per gli utenti di fruire dei servizi offerti da qualsiasi operatore, nonché la potenziale trasformazione dei produttori di device in carrier.

Quale sarebbe lo scenario se Apple, Samsung, Nokia, LG etc.. predisponessero un piano di investimenti volto all’emissione di proprie sim? Quale sarebbe l’impatto sul modo di fruire dei servizi mobili da parte degli utenti?

Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione. Gli OEM, infatti, potrebbero vendere la connettività direttamente e senza alcuna mediazione agli utenti acquistando servizi voce e dati dai vari carrier operanti e riservandosi, quindi, la possibilità di dirottare il traffico dei singolo utente verso la rete migliore al momento dell’utilizzo. I consumatori, invece, potrebbero, da un lato, superare gli ostacoli ed i disservizi legati alle procedure di cambio di gestore ed alla mancanza di copertura che in alcune aree può riguardare i singoli operatori; dall’altro, potrebbero evitare i costi e le criticità legate alle tariffe di roaming potendo utilizzare, attraverso le sim network-agnostiche, uno dei tanti network del paese estero in cui si trovano. La diffusione delle sim network-agnostiche potrebbe dunque rappresentare un fenomeno interessante in un’ottica di creazione di un unico mercato delle telecomunicazioni dai confini addirittura extra-europei.

Non può neanche sfuggire l’impatto che tali sim potrebbero esercitare sullo sviluppo dell’Internet of Things. Nel settore automobilistico, per esempio, i produttori potrebbero diventare fornitori dei servizi ed offrire la possibilità di essere connessi utilizzando la migliore cella disponibile nei singoli punti. La possibilità di utilizzare sim svincolate da qualsiasi carrier potrebbe, dunque, favorire lo sviluppo del settore eliminando la riluttanza che i produttori di device spesso mostrano a legarsi ad un singolo carrier.

La diffusione delle sim network-agnostiche determinerebbe, quindi, la creazione di un mercato ad elevata competitività in cui ad operare sarebbero operatori virtuali che offrono piani personalizzati a seconda del dispositivo ed in cui la convenienza non è più del singolo prodotto, bensì dell’abbinamento piano-device. La sfida lanciata dall’Olanda è dunque molto ambiziosa.  A questo punto non resta che stare a guardare come si evolverà la situazione e soprattutto quale sarà la posizione che assumerà sulla questione l’Unione Europea.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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