In virtù di una felice concomitanza di eventi, il 31 marzo 2014 sarà ricordata come una data storica per il mercato dei contenuti audiovisivi. Ieri infatti nel corso di una gremita conferenza stampa è stata varata ufficialmente la piattaforma streaming dell’ANICA – l’Associazione nazionale delle industrie cinematografiche e audiovisive denominata ANICAONDEMAND sviluppata in collaborazione con CAN Cross Advertainement Network che ha messo a punto l’infrastruttura tecnologica e sarà responsabile della negoziazione commerciale dei diritti e in partnership con il portale specializzato MYMovies.it, le (400mila utenti unici al giorno) da un anno controllato al 51% dal Gruppo Editoriale l’Espresso. La nuova piattaforma si va ad aggiungere ad una serie di servizi già attivi nel nostro Paese (come Cubovision o Chili Tv) dove il mercato del video on demand appare ancora embrionale generando un fatturato che non supera i 20 milioni di euro a fronte dei 200 milioni raccolti nel più vivace mercato francese, dove peraltro entro la fine dell’anno dovrebbe sbarcare Netflix.
Oltralpe ed in altri mercati più maturi come il Regno Unito (per non parlare degli Stati Uniti) i ricavi derivanti dal video on demand riescono ormai a compensare le perdite dell’home video fisico, replicando il modello di business sperimentato con successo nel mondo della musica.
Tre gli obiettivi principali di Anicaondemand: “l’esplorazione di nuove possibilità di sfruttamento dei diritti, la lotta contro la distribuzione e la fruizione illegale di contenuti audiovisivi e l’incremento del mercato on line del cinema e dell’audiovisivo in genere”. Elemento distintivo di questa iniziativa è in effetti il suo profilo istituzionale-associativo in virtù del quale i produttori e distributori che hanno deciso di cedere il diritto tvod (transactional video on demand) puntano non tanto a fare business quanto a dare un concreto contributo al rafforzamento dell’offerta legale di contenuti sul web, almeno in questa prima fase di avvio della piattaforma. La library disponibile conta al momento circa 200 titoli di cui meno della metà di origine domestica e soprattutto quasi tutti di archivio. Anche per questo motivo i prezzi per il noleggio sono relativamente contenuti oscillando da 1,99 a 3,99 euro per i titoli più “freschi”. Al momento sono saliti a bordo – tra gli altri titolari dei diritti – Rai Cinema (da diversi anni presente su molte piattaforme inclusa I-Tunes), Luce Cinecittà e alcuni marchi storici della distribuzione indipendente come Bim e Lucky Red, mentre sono ancora in fase di negoziazione accordi con le major come Warner Bros e Universal. Molto improbabile che aderisca Medusa visto che il gruppo televisivo che la controlla ha di recente lanciato la sua offerta Svod Infinity cui è seguita quella varata da Sky (Sky On Line).
Anicaondemand vede la luce (casualmente ?) proprio nello stesso giorno in cui è entrato in vigore il regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore e delle opere digitali. Di qui la felice concomitanza di eventi a voler simboleggiare che la battaglia contro l’utilizzo illegale dei contenuti sulla rete può essere vinta in prospettiva solo affiancando alla repressione, ricche, comode e competitive offerte legali e soprattutto robuste ed intelligenti iniziative di sensibilizzazione ed educazione alla corretta fruizione on line dei prodotti audiovisivi.
L’integrazione della library con il database di MYMovies.it – questo è uno degli aspetti innovativi del nuovo servizio streaming – consentirà agli utenti di scendere in profondità nella ricerca delle informazioni, selezionando e filtrando tra categorie di generi e percorsi ottenendo risultati capaci di soddisfare il più alto grado di curiosità e interesse.
Ad arricchire l’offerta on demand la creazione di eventi unici ed esclusivi anche live che offriranno ad un numero limitato di utenti l’opportunità di assistere in anteprima alla visione condivisa delle migliori uscite in sala e home video. In pratica con questo meccanismo si aprono le porte al cosiddetto day and date ovvero ad un restringimento della tradizionale finestra di sfruttamento prioritario ed esclusivo in sala in modo da consentire agli utenti una fruizione di un prodotto “current” su più piattaforme in contemporanea. Un po’ quello che è successo su un’altra finestra con “La Grande Bellezza” che saltando il passaggio pay è stato messo in onda in free tv peraltro con grande successo di pubblico non senza qualche mal di pancia da parte degli esercenti cinematografici.
Se si intende davvero dare slancio al mercato audiovisivo nel nuovo habitat digitale e assecondare le abitudini di un pubblico che rincorre i contenuti sulle diverse piattaforme, occorre necessariamente mettere in conto alcuni passaggi traumatici avendo il coraggio di rompere regole ancorate a schemi del passato favorendo condizioni di mercato più competitive puntando ad un allargamento della domanda piuttosto che a conservare vecchie rendite di posizione.