Rating di legalità delle imprese: al via le facilitazioni per l’ottenimento degli incentivi pubblici e per l’accesso al credito

Sul rating di legalità dedicato alle imprese già si è avuto modo di scrivere nel contesto dei lavori dell’Osservatorio I-Com sui Consumatori (si vedano al riguardo le tre edizioni del Rapporto I-Com sui Consumatori – Cap. I). L’interesse alla nuova “white list” delle imprese è stato destato per i teorici collegamenti con la tutela dei diritti dei consumatori, complice la collocazione dell’art. 5-ter del d.l. 1/2012 (disposizione che ha dato solo forma al rating di legalità) all’interno del Capo II, intitolato: “Tutela dei consumatori”. Secondo la citata disposizione la finalità dell’istituto corrisponde alla necessità di promuovere l’introduzione di principi etici nei comportamenti aziendali. Obiettivo, questo, che fa leva sulle possibilità dei soggetti appartenenti alla lista di ottenere più facilmente finanziamenti pubblici ed accesso al credito.

Quella semplice forma si è poi riempita di contenuto grazie all’approvazione della Delibera AGCM 14 novembre 2012, n. 24075 – recante “Regolamento di attuazione dell’art. 5-ter del d.l. n. 1/2012, così come modificato dall’art. 1, comma 1-quinquies, del d.l. n. 29/2012, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 62/2012”. Il regolamento si limita a disciplinare le modalità e requisiti necessari per l’accesso alla lista del rating di legalità senza tuttavia prevedere criteri di accesso finalizzati alla tutela dei consumatori. Tale aspetto è stato sottolineato in un precedente contributo al blog di I-Com, in cui si dava conto della pronuncia del Consiglio di Stato (ordinanza n. 2947/2013). L’ordinanza in questione ha imposto, al fine dell’integrazione dei criteri suddetti, di procedere alla modifica dell’attuale Regolamento. Infatti, l’AGCM, ha avviato il 12 agosto 2013 una consultazione pubblica per la revisione del regolamento attuativo (provvedimento n. 24507), al fine di individuare (anche) l’ambito e delle modalità con cui tenere conto del profilo della tutela dei consumatori come ulteriore criterio rilevante per l’attribuzione del rating di legalità.

In attesa dunque delle modifiche richieste dal Consiglio di Stato, il Regolamento non è stato sospeso e prevede la seguente disciplina di accesso al rating di legalità. La richiesta di inserimento nella lista è su base volontaria. L’accesso è riservato alle imprese che:

  • abbiano raggiunto un fatturato minimo di due milioni di euro nell’esercizio dell’anno precedente a quello della richiesta;
  • siano iscritte nel Registro delle imprese, almeno da due anni;
  • che operino nel territorio nazionale.

Il rating ha un range tra un minimo di una ‘stelletta’ a un massimo di tre ‘stellette’, attribuito dall’Autorità sulla base delle dichiarazioni delle aziende che verranno verificate tramite controlli incrociati con i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni interessate. Per ottenere il punteggio minimo l’azienda dove dichiarare che l’imprenditore e gli altri soggetti rilevanti ai fini del rating (direttore tecnico, direttore generale, rappresentante legale, amministratori, soci) non sono destinatari di misure di prevenzione e/o cautelari, sentenze/decreti penali di condanna, sentenze di patteggiamento per reati tributari ex d.lgs. 74/2000 e per reati ex d.lgs. n. 231/2001. Per i reati di mafia, oltre a non avere subito condanne, non deve essere stata iniziata azione penale ai sensi dell’art. 405 c.p.p.. L’impresa stessa non deve essere destinataria di sentenze di condanna né di misure cautelari per gli illeciti amministrativi dipendenti dai reati di cui al citato d.lgs. n. 231/2001.

L’impresa non dovrà inoltre, nel biennio precedente la richiesta di rating, essere stata condannata per illeciti antitrust gravi, per mancato rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per violazioni degli obblighi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori.  Non dovrà inoltre avere subito accertamenti di un maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato, né avere ricevuto provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici per i quali non abbia assolto gli obblighi di restituzione. Tutti i provvedimenti che impediscono l’attribuzione di una ‘stelletta’ dovranno essere divenuti inoppugnabili o confermati con sentenza passata in giudicato.

L’impresa dovrà inoltre dichiarare di effettuare pagamenti e transazioni finanziarie di ammontare superiore alla soglia di mille euro esclusivamente con strumenti di pagamento tracciabili.

Il regolamento prevede 6 ulteriori requisiti che, se rispettati, garantiranno alle imprese il punteggio massimo di 3 stellette. Se ne verranno rispettati 3 si otterranno due stellette. In particolare le aziende dovranno:

  • rispettare i contenuti del Protocollo di legalità sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da Confindustria, e a livello locale dalle Prefetture e dalle associazioni di categoria;
  • utilizzare sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge;
  • adottare una struttura organizzativa che effettui il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa o un modello organizzativo ai sensi del d.lgs. 231/2001;
  • adottare processi per garantire forme di Corporate Social Responsibility;
  • essere iscritte in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa;
  • avere aderito a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria.

Sarà valorizzata anche la denuncia, all’autorità giudiziaria o alle forze di polizia, di reati previsti dal Regolamento commessi a danno dell’imprenditore o dei propri familiari e collaboratori, qualora alla denuncia sia seguito l’esercizio dell’azione penale.

Sebbene ad oggi la lista possa contare su oltre 100 imprese già iscritte alla lista con attribuzione del rating, solo nel mese scorso è stato inserito un ultimo tassello mancante a livello regolamentare necessario ai fini dell’ottenimento dei benefici legati alla partecipazione alla lista. Il 7 aprile scorso, infatti, è stato pubblicato in g.u. il Decreto 20 febbraio 2014, n. 57 – MEF-MISE – Regolamento concernente l’individuazione delle modalità in base alle quali si tiene conto del rating di legalità attribuito alle imprese ai fini della concessione di finanziamenti e del credito bancario.

In base a quanto disposto le pubbliche amministrazioni (entro 180 giorni dalla pubblicazione) e le banche devono tener conto del rating di legalità attribuito dall’AGCM.

In particolare, per quanto concerne la concessione di finanziamenti pubblici, ossia i c.d. incentivi alle imprese, le imprese sono esonerate dal dover produrre documentazioni già fornite per l’accesso alla lista e le amministrazioni dovranno inserire ai fini della selezione dei beneficiari almeno uno dei seguenti sistemi di premialità rivolto alle imprese in possesso del rating di legalità:

  • preferenza in graduatoria;
  • attribuzione di punteggio aggiuntivo;
  • riserva di quota delle risorse finanziarie allocate.

Le banche devono invece tenere conto della presenza del rating di legalità attribuito alla impresa nel processo di istruttoria ai fini di una riduzione dei tempi e dei costi per la concessione di finanziamenti. La Banca d’Italia è incaricata a vigilare sull’osservanza delle nuove regole sul rating di legalità ed ha l’obbligo di pubblicare periodicamente i risultati pervenuti in termini di facilitazioni all’accesso al credito pervenute attraverso il rating di legalità.

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