Crowfunding: una modalità di finanziamento delle startup energetiche alla portata di tutti

Il convegno I-Com sull’innovazione energetica 2014 ha evidenziato che il sistema Italia sconta una gravissima carenza di capitali da investire in startup innovative, in particolare in quelle energetiche. L’investimento in tale settore, infatti, essendo fortemente capital intensive e con ritorni di capitale in tempi piuttosto lunghi, risulta meno prioritario rispetto a settori ritenuti più sicuri, quali ad esempio il digitale.

Il crowdfunding rappresenta uno strumento interessante per rispondere alle esigenze di finanziamento, specialmente in un contesto all’interno del quale il venture capital scarseggia. Lo si può semplicisticamente definire come una modalità di reperimento dei capitali attraverso siti internet. Una sorta di democratizzazione della finanza che permette anche ai piccoli investitori di finanziare grandi progetti.

E’ possibile distinguere diversi modelli di crowdfunding in funzione del rapporto che si instaura tra soggetto finanziatore e finanziato: donation based (prevede la possibilità di fare donazioni per sostenere una determinata causa, senza ricevere nulla in cambio), reward based (è possibile finanziare un progetto ricevendo un premio), social lending o peer to peer lending (prestiti tra privati, ricompensati con il pagamento degli interessi attraverso le piattaforme online) e equity crowdfunding (permette di acquistare un vero e proprio titolo di partecipazione alla società). Su quest’ultima modalità si è incentrata l’attività di regolamentazione nei mesi scorsi.

Con il Regolamento Consob 18592/2013, figlio del decreto legge 179/2012, l’Italia è il primo paese europeo a regolamentare l’equity crowdfunding garantendo alle giovani imprese la possibilità di reperire capitali attraverso la rete e di accedere a un più ampio bacino di investitori. Nella maggior parte dei Paesi in cui esistono portali di crowdfunding, infatti, non esistono specifiche regole, il fenomeno viene ricondotto all’interno di discipline esistenti. Ciò che ne consegue è un’eterogeneità dei modelli di business e una totale assenza di armonizzazione tra le regolamentazioni.

La Consob riserva la possibilità di accedere all’equity crowdfunding alle startup innovative (piccole società di capitali italiane, da poco operative in settori innovativi, tecnologici o di utilità sociale), iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura. Queste società hanno facoltà di offrire i propri strumenti finanziari attraverso portali online, oltre che attraverso i canali tradizionali.

Grande attenzione viene riservata alla condotta da seguire da parte dei gestori autorizzati delle piattaforme, e degli investitori. I primi devono adempiere i propri obblighi con diligenza, correttezza e trasparenza. I secondi devono garantire un’adesione consapevole, attraverso la compilazione di un questionario da cui risulti che gli investitori hanno visionato tutte le informazioni rese disponibili e compreso le caratteristiche e i rischi dell’investimento.

Applicazione delle MiFID, possibilità di rinuncia e di recesso dalla società sono tese alla tutela del consumatore retail.

Attualmente sono presenti in Italia 54 piattaforme di crowfundig, 41 attive al 10 maggio 2014 e 13 in via di lancio. Cresce il numero delle piattaforme ibride reward based (reward/donation, reward/equity, reward/social lending). Il 23% delle piattaforme è tipo equity, nonostante il fermento degli ultimi mesi tale modello cresce più lentamente di quanto si potesse immaginare.

Il valore totale dei progetti finanziati dalle piattaforme è di poco superiore ai 30 milioni €, 7 milioni € in più rispetto a ottobre 2013. Il 77% di tale somma risulta investito in piattaforme lending based mentre la restante parte viene spartita tra i modelli donation e reward, insignificante quella equity. Seppur i dati mostrano un rapido sviluppo del crwodfunding italiano – in un anno è raddoppiato il numero di piattaforme e l’ammontare raccolto – tale mercato risulta essere ancora limitato se confrontato con le cifre globali.

In un settore come quello energetico il crowdfunding potrebbe rappresentare un’opportunità per gli investitori, permettendo a un’ampia platea di soggetti di finanziare progetti di grandi dimensioni, finanziariamente impegnativi, anche con un apporto di capitale contenuto.

Esempi di eccellenza nell’utilizzo di tale modalità si riscontrano negli Stati Uniti, per il fotovoltaico e in Olanda, per l’eolico.

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