È ormai alle porte l’avvio del semestre italiano europeo. Arriva in un momento in cui sul tavolo dell’Unione sono stati posti in discussione temi di importanza straordinaria per il settore delle telecomunicazioni. Il pacchetto legislativo “Continente connesso”, in particolare, ha focalizzato l’attenzione su alcune macroquestioni quali l’introduzione di un’autorizzazione unica per gli operatori, una maggiore armonizzazione della normativa sull’accesso alle reti, la riduzione o addirittura, l’eliminazione dei costi del roaming a partire da dicembre 2015, l’equiparazione del costo delle chiamate internazionali intra UE da rete fissa al costo delle chiamate nazionali a lunga distanza, il principio della neutralità della rete ed il divieto di bloccare o rallentare i contenuti i internet, l’armonizzazione dei diritti dei consumatori, il coordinamento sulle modalità e sulle tempistiche di assegnazione delle frequenze. Si tratta di questioni assolutamente cruciali per il futuro e gli sviluppi del settore sulle quali, tuttavia, ancora non si registra una comunione di intenti né posizioni condivise.
Secondo quanto recentemente manifestato dai rappresentanti del Governo saranno proprio le proposte legislative relative al pacchetto continente connesso le priorità del proprio semestre unitamente alla direttiva sull’“elevato livello comune di sicurezza delle reti e le informazioni in tutta l’Unione” ed alla direttiva sull’ “accessibilità e usabilità del web”. A ciò si aggiunge l’intenzione manifestata dal nostro Governo di valorizzare la regolamentazione sull’identificazione e la firma elettronica di recente adozione come punto di partenza per la creazione di un’unica identità digitale per tutti i cittadini europei, la realizzazione di servizi pan-europei e l’implementazione di forme di interazione digitale tra i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni. Il semestre italiano si concentrerà, altresì, secondo le intenzioni manifestate, sull’adozione di strategie ed iniziative comuni che, sostenendo ed incentivando la domanda sia pubblica che privata, favoriscano la diffusione delle reti di ultra banda larga, rafforzino la posizione dell’Unione sulle questioni relative alla governance di internet, valorizzino l’importanza delle tecnologie per la connettività (comprese quelle spaziali) ed investano su cloud, open data e big data al fine di incrementare l’efficienza della Pubblica Amministrazione e la competitività europea.
Le sfide che il nostro Governo si appresta ad affrontare sono dunque numerose ed ambiziose. Nella ricchezza del programma è senza dubbio apprezzabile l’intenzione di spingere l’acceleratore sull’adozione di iniziative che, favorendo l’armonizzazione delle varie posizioni dei Paesi, vadano nella direzione di un mercato unico digitale. E’ infatti auspicabile che il Governo italiano sia promotore di misure che tutelino i consumatori, semplifichino ed armonizzino le procedure di rilascio delle autorizzazioni, favoriscano la concorrenzialità del settore e l’offerta di servizi trasparenti. Allo stesso tempo però non può essere sottaciuta e messa da parte l’esigenza di approfondire e ponderare con maggiore attenzione le criticità per gli operatori che si celano dietro alcune previsioni – quali ad esempio la disciplina del roaming e, in particolare, il decoupling – che impongono una riorganizzazione aziendale ed ingenti investimenti, oltre alla risoluzione di problematiche tecniche di rilevanza non trascurabile. Non è certamente facile né scontato che un Paese ancora indietro rispetto alla media europea per sviluppo infrastrutturale ed alfabetizzazione digitale riesca a giocare un ruolo da protagonista. Staremo a vedere se il nostro Governo, forte del risultato storico registrato alle elezioni europee, sarà capace di lasciare il segno.