La digitalizzazione non ha lasciato indenne il sistema sanitario nazionale. La sanità digitale è ormai un obiettivo comune alle amministrazioni operanti a livello centrale, regionale e locale il cui raggiungimento è stato ancorato, dal Piano e-Gov, ad una serie di interventi condivisi che riguardano la digitalizzazione del ciclo prescrittivo, la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del cittadino e l’introduzione di una maggiore innovazione digitale all’interno delle diverse aziende sanitarie. Quest’ultima, infatti, gioca un ruolo fondamentale nel settore sanitario non solo per il contributo che può offrire al sistema in termini di risparmio e, dunque, di efficienza, ma anche per le straordinarie opportunità che si celano dietro le molteplici e variegate applicazioni in corso di sviluppo negli ultimi anni che si muovono anche in un’ottica di maggiore efficacia del sistema stesso.
Tra i diversi sistemi progettati dall’industria dell’healthcare, risulta particolarmente interessante Doctor Plus un sistema progettato per i pazienti affetti da alcune specifiche patologie croniche che consente l’automonitoraggio domiciliare di alcuni parametri clinici mediante dispositivi che inviano i risultati delle misurazioni compiute mediante bluetooth ad una centralina che raccoglie i dati e li invia ad una piattaforma in cloud a cui ha accesso il personale sanitario. Anche la medicina, dunque, sta colonizzando la nuvola che si mette a disposizione di chi è malato ed ha bisogno di poter accedere alle cure in maniera più semplice. Un sistema così strutturato, consentendo il monitoraggio in remoto, porta infatti con sé la possibilità di ridurre il numero di accessi ospedalieri e di visite specialistiche, di assicurare un tempestivo intervento da parte del personale sanitario incaricato dell’analisi dei dati e, dunque, di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Tutto ciò mediante il ricorso alla telemedicina e, dunque, una rivisitazione dei tradizionali modelli di cura ed assistenza. I risultati di uno studio coordinato dalla Fondazione Mario Negri Sud su 300 pazienti diabetici monitorati per 12 mesi sembra confermare le opportunità connesse alla diffusione di tale sistema, evidenziando un miglioramento dei valori glicemici ed una riduzione delle complicanze oltre ad una contrazione della domanda di prestazioni sanitarie e visite specialistiche con significativi risparmi per il Sistema Sanitario Nazionale.
Doctor Plus è solo uno dei tanti esempi che dimostrano come l’innovazione digitale della sanità italiana sia ormai una soluzione obbligata. Ciò nonostante, i dati forniti dall’Osservatorio ICT in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano registrano nel 2013 una riduzione del 5% della spesa complessiva per la digitalizzazione che raggiunge quota 1,17 miliardi di euro, appena l’1,1% della spesa sanitaria pubblica, pari a 19,72 euro per abitante. Tale contrazione ha riguardato soprattutto le strutture sanitarie, dove la spesa tecnologica si è contratta dell’11% in un anno. La riduzione della spesa per la digitalizzazione non è certamente un segnale positivo ma non è il solo. La sensazione è che gli investimenti in tecnologia siano per lo più finalizzati ad automatizzare i processi già esistenti ed ancora poco focalizzati su un’organica riforma dei modelli di cura e di assistenza tradizionali. Quest’ultima, al contrario, è la vera sfida che la liberalizzazione dei servizi sanitari transfrontalieri impone al nostro sistema.