Le smart city tra piccoli passi e faraonici progetti

Lo studio Zpryme “The role of energy in smart cities” evidenzia come il mercato dei servizi e delle tecnologie smart city nel 2021 varranno più di 1,2 trilioni di dollari, con un tasso di crescita annuo pari al 18% (2014 – 2021). Secondo tale indagine saranno lo smart metering e la mobilità elettrica, insieme alle reti di distribuzione dell’energia elettrica, a trainare lo sviluppo del settore che sempre più rappresenta la risposta ad una domanda ineludibile. Nei prossimi anni, infatti, si assisterà ad una crescita della popolazione residente nelle città e con essa ad un inevitabile aumento dei consumi di acqua, di energia, di rifiuti, di traffico e di inquinamento.

Per risolvere tali criticità stanno fiorendo ormai in tutto il mondo progetti “smart city & smart community”. Certamente è diverso lo spessore dei diversi progetti così come la complessità delle soluzioni ideate. Tra tutti i progetti non può non essere menzionata, per la sua maestosità, “Renaissance City”, il progetto di smart city da 25 miliardi di euro proposto dall’italiana Sirei. Si tratta di una città che sorgerà tra Dubai ed Abu Dhabi e che vedrà applicate le più sofisticate tecnologie nel settore della sostenibilità ambientale, dell’efficienza energetica, dello sfruttamento delle risorse idriche e della mobilità alternativa per offrire ad una popolazione di circa 30 mila abitanti strutture pubbliche, residenziali, commerciali, sportive, uffici, scuole, cinema, teatri, parchi e giardini. Sempre negli Emirati Arabi è in corso di progettazione una città in grado di ospitare poco meno di 200 mila visitatori l’anno che offrirà un enorme centro commerciale, teatri, ristoranti, hotel (tra cui uno completamente costruito sotto l’oceano), uffici amministrativi, un parco a tema affidato alla Universal Pictures e che sarà isolata dall’esterno attraverso un enorme infrastruttura in vetro che consentirà di guardare il cielo e che potrà, all’occorrenza, essere aperta nei mesi in cui il clima è più mite.

Tra i vari paesi che nel mondo si stanno cimentando nella progettazione di smart city, anche l’Italia sta cercando di conquistare un ruolo di primo piano. Le iniziative sono molte e abbracciano diversi ambiti di interesse tra cui spicca senza dubbio la mobilità elettrica. A tale riguardo si segnala l’avvio, qualche giorno fa, nella città di Oristano, del nuovo servizio di trasporto pubblico locale elettrico, completamente automatizzato e privo di conducente. Questo progetto ormai divenuto realtà costituisce l’attuazione del progetto “City Mobil 2” co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione, che ha visto la partecipazione dell’Università La Sapienza di Roma, del Comune di Oristano, dell’azienda di trasporti locali ARST, della società francese fornitrice dei mezzi di trasporto Robosoft e della società di consulenza MLab. Si tratta, in particolare, di due mezzi automatici a trazione elettrica in grado di ospitare fino a 12 utenti ciascuno e di percorrere un tratto di lungomare di Torre Grande di 1,5 Km, completamente pedonalizzato ed aperto alle biciclette, ad una velocità massima di 15 km/h. E’ un sistema assolutamente innovativo che potrà essere utilizzato gratuitamente, previa registrazione, fino al 31 agosto 2014 e che l’Italia, come primo paese in Europa, sta sperimentando. Seguiranno analoghe sperimentazioni nella città di Léon in Spagna e di La Rochelle in Francia. Al contempo, un sistema simile ma con veicoli diversi verrà sperimentato a Losanna in Svizzera. Entrambi i sistemi saranno poi impiegati a Milano per l’Expo 2015, dove rappresenteranno il principale mezzo di accesso alla fiera per tecnici ed espositori.

Tra strabilianti progetti e più modeste iniziative continua, dunque, il processo di espansione delle smart city che sempre più stanno mostrando di essere un mercato dalle straordinarie opportunità non solo per la grande industria ma anche per le piccole e medie imprese. Tutti gli attori del mercato, infatti, hanno la possibilità di investire le proprie risorse ed intelligenze nella progettazione di soluzioni efficaci che accompagnino il processo di trasformazione delle città da tradizionali conglomerati urbani in smart city assicurando  la tutela dell’ambiente ed uno standard di vita qualitativamente elevato.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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