Scarsa concorrenza – bassi tassi di switching – prezzi regolati – e, di nuovo, scarsa concorrenza. E’ questo il circolo vizioso individuato dall’ultimo Market Monitoring di Acer/Ceer presentato a Bruxelles lo scorso 22 ottobre.
Secondo Pototschnig – Direttore dell’Agenzia – per cercare di spezzare questa catena è necessario “rimuovere le barriere di ingresso al mercato, implementare pienamente il 3° pacchetto energia, i codici di rete europei ed eliminare i prezzi regolati per i clienti non vulnerabili quanto prima”.
Nel Rapporto sono presi in considerazione i mercati elettrici e gas all’ingrosso/retail, lo sviluppo delle reti, le barriere che ostacolano il mercato unico interno, le tematiche relative alla protezione e responsabilizzazione dei consumatori.
Prestando attenzione ai mercati retail emerge che nonostante la bassa crescita economica del 2013 – in alcuni casi recessione – e il calo dei prezzi energetici all’ingrosso, i prezzi al dettaglio per i domestici sono aumentati nella maggior parte dei Paesi UE (rispetto all’anno precedente + 4,4% per l’elettricità, + 2,7% per il gas).
Tale circostanza è anche in parte dovuta al fatto che in molti Paesi dell’Unione più del 50% del prezzo finale è costituito da oneri diversi dal prezzo della commodity (es. tasse, oneri di rete, ecc.), ciò non permette la completa traslazione dei benefici, derivanti dalla riduzione dei prezzi all’ingrosso, ai clienti finali limitando il perimetro dell’offerta degli operatori. Inoltre, dal 2008 ad oggi il peso di tali componenti definite “non contestabili” è via via aumentato, soprattutto per supportare lo sviluppo delle rinnovabili mentre, proprio grazie alle rinnovabili, il peso del prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso è iniziato a diminuire. In Austria, Germania, Irlanda e Slovenia l’incremento degli oneri a sostegno delle rinnovabili è stato quasi completamente controbilanciato dalla diminuzione della componente energia, per effetto della caduta dei prezzi all’ingrosso. La conseguenza ultima di questo meccanismo è un indebolimento della competizione sui prezzi, diminuendo la “contestabilità” degli stessi.
Inoltre, bisogna considerare che la maggior parte dei consumatori domestici non partecipa attivamente al mercato scegliendo il proprio fornitore, ne consegue che la quota di clienti finali non riforniti dall’incumbent è estremamente ridotta nella maggior parte dei Paesi. Dal confronto con il 2012 nel settore gas, emerge una correlazione positiva tra il tasso di switching ed i potenziali risparmi, correlazione che non viene confermata nell’elettrico, dove sembrano prevalere le barriere all’entrata (fedeltà, avversione al rischio, inerzia). Nei Paesi con una maggiore concorrenza e un più alto tasso di switching i consumatori risultano mediamente più soddisfatti degli altri.
In relazione ai clienti vulnerabili, si riscontrano varie misure di protezione nei diversi Paesi. Non necessariamente viene esplicitato il concetto di vulnerabilità energetica, spesso si procede alla tutela di tali gruppi attraverso misure di social welfare o altri meccanismi di protezione (es. divieto di distacco in caso di mancato pagamento, tariffa sociale).
Passando all’analisi dei mercati elettrici all’ingrosso si registra un uso efficiente delle interconnessioni grazie al market coupling (abbinamento delle attività di trading di varie borse) che ha agevolato la convergenza dei prezzi e la negoziazione dell’energia elettrica, semplificando l’introduzione delle rinnovabili nel mercato. Come precedentemente evidenziato nel documento Acer “Bridge to 2025”, all’aumentare della quota di fonti rinnovabili non programmabili nella generazione elettrica aumenterà la necessità di flessibilità del sistema, prevedendo anche la partecipazione attiva della domanda, compresi i “piccoli consumatori”.
Per quanto riguarda i mercati gas all’ingrosso il Report evidenzia una riduzione dei consumi del 1,2% rispetto al 2012, dovuta soprattutto alla riduzione della domanda dei produttori elettrici. Continua il percorso verso l’integrazione dei mercati grazie alla convergenza dei prezzi – dovuta soprattutto alla rinegoziazione dei contratti di lungo periodo – pur persistendo alcune barriere, in termini di scarsa liquidità, scarsa trasparenza, scarsa adeguatezza delle infrastrutture di trasporto.