Entro il 2030 l’eolico potrebbe fornire circa il 20% dell’elettricità globale, con una capacità installata di 2 TW, una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 3 miliardi di tonnellate all’anno e importanti ricadute sul fronte occupazionale. Questo è quanto emerge dal report Global Wind Energy Outlook 2014, pubblicato il 21 ottobre dal Global Wind Energy Council e Greenpeace, giunto ormai alla quinta edizione.
Il Report presenta tre visioni del futuro riguardanti l’energia eolica globale con orizzonte temporale al 2020, 2030 e 2050. Sulla base delle varie politiche di riduzione delle emissioni climalteranti e della diffusione delle fonti di energia rinnovabili, vengono elaborati 2 scenari – prendendo come riferimento il New Policies Scenario del World Energy Outlook IEA (International Energy Agency) – uno moderato e uno avanzato. Nel primo caso si considera una sostanziale immobilità rispetto al recente passato. L’eolico continuerebbe a guadagnare terreno, ma sempre in lotta con gli “incumbent pesantemente sovvenzionati” e perdurerebbe l’assenza di un mercato globale del carbonio. Lo scenario avanzato, invece, sarebbe caratterizzato da stabilità dei prezzi, forti politiche a sostegno degli obiettivi climatici e un eolico che sarebbe in grado di coprire il 25 – 30% (rispettivamente nel 2040 e 2050) del fabbisogno globale di energia elettrica.
A fronte dello sviluppo dovrebbero scendere i costi della tecnologia, delle turbine in particolare, da 1,252 €/kW dello scorso anno, fino a un massimo di 1,1 €/kW nel 2030, considerando lo scenario avanzato.
A fine 2013 capacità eolica installata era di 318 GW, coprendo circa il 3% della domanda elettrica globale. Tale successo è in parte dovuto agli effetti della crisi economica, che ha comportato una crescita sostanzialmente piatta negli ultimi 4 anni, all’instabilità politica nei mercati chiave e a una domanda di energia elettrica nei Paesi OCSE bassa, se non negativa.
Il 2014 dovrebbe rappresentare un anno proficuo in termini di crescita della capacità installata (+ 45 GW), individuando come zone più attive il Brasile, il Messico e il Sud Africa.
Focalizzarsi sul settore elettrico è necessario per il raggiungimento degli obiettivi climatici, infatti, la generazione elettrica è responsabile di oltre il 40% delle emissioni di anidride carbonica e di circa il 25% del totale delle emissioni “effetto serra” a causa della combustione. L’eolico risulta essere la tecnologia ideale per procedere alla rapida riduzione delle emissioni e mantenere l’aumento della temperatura terrestre entro i 2°.
Secondo Sven Teske – Greenpeace – sarà necessario ridurre le emissioni di anidride carbonica emessa dall’energia “sporca” di 1 milione di tonnellate l’anno da qui al 2020, l’equivalente delle emissioni di Italia e Germania insieme. Sarà inoltre necessario che i decisori pubblici individuino i giusti incentivi e forniscano la guida per raggiungere un accordo internazionale sul clima credibile durante il Summit previsto a Parigi per il prossimo anno”.