Un sistema energetico sotto stress: le nuove previsioni IEA

Questo è quanto (pre)vede l’International Energy Agency (IEA) nell’ultima edizione del suo World Energy Outlook. Se da un lato, infatti, non manca il riconoscimento dei passi avanti compiuti in quanto ad efficienza energetica e rinnovabili, sorvegliati speciali restano la sicurezza della fornitura di gas, messa a dura prova dal conflitto Russia-Ucraina, l’incerto futuro del nucleare, che copre in alcuni Paesi un ruolo strategico e centrale in quanto a sicurezza energetica, e l’inaccessibilità all’elettricità che riguarda ancora troppe persone, addirittura i due terzi della popolazione sub-Sahariana.

Secondo le stime IEA, nel 2040 la domanda di energia sarà cresciuta del 37%, principalmente trainata da Asia, Africa, Medio Oriente ed America Latina, ma con un sostanziale appiattimento nel consumo energetico in altre aree, quali Europa, Giappone, Corea e Nord America. Il mix energetico mondiale sarà più o meno equamente ripartito tra petrolio, gas, carbone ed energie cosiddette “low-carbon”, ossia nucleare e rinnovabili.

La domanda di gas naturale crescerà per oltre il 50%, grazie principalmente a Cina e Medio Oriente, ma la crescita interesserà anche i Paesi OCSE, dove entro il 2030 il gas diventerà il principale combustibile, a seguito dei vincoli posti negli Stati Uniti sulle emissioni derivanti dalla generazione elettrica. A differenza del petrolio, la produzione di gas aumenterà un po’ ovunque, eccetto in Europa, dove però aumenteranno le importazioni.

Anche la domanda di carbone sperimenterà una crescita, sebbene in misura più contenuta e pari al 15%, gran parte della quale avverrà nel prossimo decennio, sostenuta da una produzione che al 2040 risulterà per il 70% concentrata in Cina, India, Indonesia e Australia.

L’Agenzia pone l’accento sul settore della generazione elettrica che contribuisce più di ogni altro alla riduzione della quota di combustibili fossili nel mix energetico mondiale. Grazie alla loro forte crescita in alcuni Paesi, le rinnovabili arriveranno a coprire, nel 2040, un terzo della generazione elettrica globale e metà della nuova capacità installata da qui al 2040. La crescita delle fonti di energia pulita sarà sostenuta da un calo dei costi e dagli incentivi, per quanto al 2013 risultino ancora meno di un quarto rispetto a quelli previsti per le fonti fossili (120 miliardi contro 550 miliardi). Le rinnovabili che cresceranno maggiormente saranno eolico (34% dell’energia totale derivante da fonti rinnovabili), idroelettrico (30%) e solare (18%).

Le rinnovabili – prevede l’Agenzia – saranno alla guida anche della consistente crescita di capacità di generazione elettrica nell’area sub-Sahariana, che consentirà, entro il 2040, l’accesso all’energia elettrica a quasi un miliardo di persone, sebbene oltre mezzo miliardo continuerà a restare senza.

Purtroppo, nonostante i buoni risultati nell’efficienza energetica, le previsioni positive sulle rinnovabili – che le posizionano, al 2035, come prima fonte di generazione elettrica – e il rallentamento della domanda di carbone, pare molto improbabile riuscire a stare dentro al cosiddetto “carbon budget”, ossia la quantità massima di gas serra che è possibile emettere se si vuole raggiungere l’obiettivo dei 2oC di riscaldamento globale per contenere il cambiamento climatico.  E’ tanto forte il timore che proprio a questo tema la IEA dedicherà uno speciale rapporto che verrà rilasciato nei prossimi mesi, in vista del Summit ONU sui cambiamenti climatici, che si terrà il prossimo anno a Parigi.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata all’Università Commerciale L. Bocconi in Economia, con una tesi sperimentale sull’innovazione e le determinanti della sopravvivenza delle imprese nel settore delle telecomunicazioni.

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