Per il 2015 ci si interroga non tanto su quali saranno le priorità nella programmazione sanitaria, ampiamente illustrate in questi mesi, quanto con quale grado di convergenza e innovazione gli attori del sistema sanitario affronteranno alcuni cambiamenti, sia di forma che di sostanza. Intanto per quest’ultima settimana del 2014 il calendario istituzionale segna la definitiva approvazione della legge di Stabilità. Se entro questa settimana, in sede di Conferenza Stato-Regioni, non si dovesse trovare un accordo sui 4 miliardi di tagli previsti nel ddl di Stabilità, è probabile che nel 2015 (e 2016) non sia garantita la quota di finanziamento del FSN prevista dall’art. 39 del Patto della Salute, siglato a luglio. Tra l’altro un emendamento del Governo al ddl di Stabilità prevede che entro il 30.04.2015 siano approvati nuovi criteri di riparto del FSN.
Proprio sul Patto della Salute, il crono programma pubblicato sul portale del Ministero fissava alcune priorità specifiche e tra queste spiccano: azione di maggior coordinamento a livello centrale per garantire un’omogenea erogazione dei LEA sul territorio nazionale; revisione del modello assistenziale incentrato sugli acuti, maggior attenzione ai problemi connessi a cronicità e invecchiamento demografico; maggiori investimenti in prevenzione primaria e azioni per garantire l’appropriatezza delle prestazioni e l’aumento dell’efficienza del sistema; garanzia di un accesso rapido ed omogeneo ai farmaci innovativi. Ci si attende anche la revisione del sistema di compartecipazione privata alla spesa sanitaria, in un ottica di ampliamento dell’accesso alle prestazioni da parte dei cittadini.
Inoltre, sempre nel Patto della Salute si è molto puntato sugli aspetti di governance e sul ruolo delle tecnostrutture ministeriali. In particolare Aifa – nelle intenzioni del Ministro Lorenzin – dovrebbe essere potenziata nella componente professionale, per accelerare il recepimento dell’innovazione terapeutica, valorizzandola e misurando sempre meglio i profili di efficacia e sicurezza dei farmaci. Per questo non potranno non cambiare anche i meccanismi di recepimento nei territori, e dal canto loro le industrie e gli attori della filiera del farmaco attendono anche modifiche alle regole che governano la distribuzione e la remunerazione. Per il Ssn sono quindi molte le questioni sul tappeto per il 2015, senza dimenticare il banco di prova dell’implementazione della Direttiva UE sulle Cure Transfrontaliere.
Nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese, da poco pubblicata, si da conto di tutto questo e di ulteriori prospettive offerte in particolare dall’innovazione tecnologica, sia per quanto riguarda le terapie, sia per quanto riguarda l’informazione e la comunicazione. Ma sopra ogni cosa occorrerà valutare le conseguenze della Riforma del Titolo V, approvata al Senato e ora all’esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera. Il progetto di legge sta facendo discutere molto anche in materia sanitaria, e per alcuni osservatori non sembra destinato a centrare l’obiettivo primario di garantire uguali Livelli di Assistenza sanitaria e sociale in tutto il Paese.
La nuova formulazione dell’art. 117 in sostanza ri-assegna allo Stato la potestà legislativa esclusiva – “disposizioni generali e comuni” – in materia di tutela della salute, lasciando alle Regioni la competenza esclusiva in materia di organizzazione dei servizi sanitari e sociali, prevedendo anche una clausola di supremazia che se meglio esplicitata, potrebbe consentire allo Stato di intervenire a garanzia della tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. È evidente che la posta in gioco è alta e che solo una governance del Ssn finalmente fluida potrà rispondere in modo adeguato a tutte le sfide che ci aspettano, a partire dal prossimo anno.