Nasce l’Osservatorio sulla regolazione dell’Autorità dell’energia, un parto felice con due dubbi da fugare

Proprio mentre si torna a parlare di riforma delle autorità indipendenti e si riaffaccia il fantasma di un’unica Autorità delle reti, che accorperebbe le funzioni oggi ricoperte dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI), l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), l’AEEGSI con una deliberazione dello scorso 5 marzo ha deciso la costituzione dell’Osservatorio permanente della regolazione energetica, idrica e del teleriscaldamento. Un nuovo strumento per accrescere la trasparenza e l’accountability dell’Autorità, incrementando la partecipazione degli stakeholder ai processi decisionali dell’Autorità. Concretamente, l’Osservatorio dovrebbe concorrere, attraverso dati e informazioni forniti dai suoi partecipanti, all’analisi ex ante e alla valutazione ex post dell’impatto della regolazione, ad eventuali proposte di miglioramento della regolazione da porre in consultazione ed infine, limitatamente alla sola componente delle associazioni dei consumatori, fornire elementi utili alla valutazione dell’attuazione degli impegni concordati dalle aziende con l’Autorità al fine di correggere eventuali pratiche ritenute non conformi ai principi di concorrenza o scorrette nei confronti dei consumatori.

In base a queste premesse, l’Osservatorio, che peraltro nelle intenzioni dell’AEEGSI non sostituisce bensì si aggiunge agli attuali strumenti di interlocuzione con gli stakeholder, potrebbe avere un ruolo strategico molto importante nella regolazione del settore energetico. Un segnale in questo senso è dato dalla coincidenza tra la presidenza dell’Osservatorio e quella dell’Autorità.

Si tratta dunque in nuce di un’importante innovazione istituzionale, che istituzionalizza e struttura la comitologia rappresentata dai diversi gruppi di lavoro che in questi anni hanno operato di volta in volta sui temi più delicati affrontati dall’AEEGSI. Del tutto apprezzabile peraltro lo sforzo di rendere trasparente verso l’esterno il lavoro dell’Osservatorio, dandone pubblicità sul sito e prevedendo un’attività di divulgazione.

A fronte di uno sforzo assolutamente positivo, che varrebbe la pena fosse preso in considerazione dalle altre autorità di regolazione settoriale (e perché no in prospettiva desse luogo a un Osservatorio o un Forum intersettoriale), rimangono due perplessità formali che nascono dalla lettura attenta della delibera e dello statuto dell’Osservatorio e che potrebbe avere serie implicazioni sostanziali.

Innanzitutto, all’interno di un Osservatorio che vuole favorire la partecipazione paritaria tra i diversi stakeholder, appare un po’ stridente la particolare considerazione esplicitamente espressa verso una delle componenti in causa, le associazioni dei consumatori (non solo nei considerati del provvedimento ma soprattutto come possibile effetto della contestualizzazione all’interno dell’Osservatorio della valutazione degli impegni delle singole imprese ad opera delle associazioni dei consumatori). Tanto più che l’Osservatorio, giustamente, non si occupa soltanto della regolazione che riguarda i consumatori (elemento che in ogni caso non potrebbe giustificare la maggiore valorizzazione di una delle parti) ma della regolazione in generale.

Quella che a noi sembra una piccola mancanza di galateo, ci auguriamo con impatti soltanto o in grande prevalenza formali, fa il paio con una seconda, la previsione che i costi delle iniziative dell’Osservatorio, che nasce a budget zero, possano essere sostenuti dai soggetti privati (leggi le imprese e le loro associazioni di rappresentanza) partecipanti all’Osservatorio. E’ chiaro che una possibilità del genere, qualora non fosse fondata su criteri generali e fissati ex ante, come accade per l’attuale modello di finanziamento dell’Autorità, innescherebbe rischi di conflitto di interessi che sarebbe meglio evitare.

In conclusione, la nascita dell’Osservatorio sulla regolazione dell’AEEGSI ci pare un’ottima iniziativa. Proprio perché le intenzioni e il modello organizzativo ci paiono del tutto condivisibili, sarebbe utile fugare sul nascere gli elementi che potrebbero perturbarne la percezione esterna, in direzione di questa o quella categoria di soggetti.

Presidente di I-Com, Istituto per la Competitività, think tank che ha fondato nel 2005, con sede a Roma e a Bruxelles (www.i-com.it). Docente di economia politica e politica economica nell’Università Roma Tre.

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