Servizio sanitario pubblico carente, si ricorre sempre più al privato

Il servizio sanitario pubblico è sempre più carente e quindi non è in grado di soddisfare i bisogni di assistenza di milioni di italiani, che sono sempre più costretti a ricorrere al privato. I continui tagli alla Sanità non fanno altro che generare iniquità e abbassare la qualità delle prestazioni sanitarie: ovviamente, i più penalizzati sono i cittadini a basso reddito che spesso non hanno la possibilità di pagare le visite specialistiche private.

Risultati molto interessanti emergono dalla nuova pubblicazione Censis-Rbm Salute – “Tutelare la buona salute di tutti: la funzione della sanità integrativa”, presentata in occasione della V edizione del Welfare Day.

Nel 2014 la spesa out of pocket è arrivata a 33 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2013 di 1 miliardo di euro. Inoltre, sono anche aumentate le liste d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche: ciò ha determinato che oltre 9 milioni di italiani (di questi 2,7 milioni sono persone a basso reddito) hanno fatto visite specialistiche nel privato pagando per intero l’importo della prestazione sanitaria. La Puglia e la Campania sono le regioni in cui si ricorre maggiormente al privato.

Pagare è, quindi, la condizione necessaria se si vuole accedere alle prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, altrimenti si rischia di doverci rinunciare. Sono, infatti, 4,5 milioni gli italiani che hanno dovuto rinunciare ad almeno un accertamento specialistico.

Il privato puro risulta, talvolta, essere più conveniente rispetto al pubblico non solo in termini di riduzione dei tempi d’attesa ma anche in termini economici. Ad esempio la colonscopia e la risonanza magnetica sono più care in intramoenia rispetto al privato. Per quanto riguarda, invece, le analisi di laboratorio, privato e pubblico si equivalgono sia in termini di costi che di tempi di accesso.

La maggior parte degli italiani è incerta rispetto alla copertura sanitaria futura ed indica come priorità assoluta la riduzione dei tempi d’attesa. Una soluzione ad una Sanità pubblica ormai in sofferenza potrebbe, dunque, essere quella di estendere il welfare integrativo ai nuclei familiari, dato che l’attuale modello italiano è rivolto solo ai lavoratori dipendenti.

aspettare pic

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.