Roaming: specie in via di estinzione?

Lo sviluppo delle tecnologie digitali e la straordinaria diffusione dei device mobili stanno rivoluzionando il nostro vivere quotidiano trasformando la rete nel luogo privilegiato in cui gli individui e le imprese interagiscono e concludono transazioni. La constatazione dell’importanza di tale fenomeno di scala globale e la consapevolezza delle immense opportunità per l’innovazione, la crescita e l’occupazione che ad esso si accompagnano ha sollecitato una riflessione a livello europeo e la scelta, ormai puntualmente declinata dalla Commissione, di adottare tutte le misure necessarie a consentire la creazione di un unico mercato digitale in cui venga assicurato ai consumatori l’accesso ai servizi ed ai contenuti mediante i propri dispositivi elettronici liberamente all’interno del territorio europeo, senza limitazioni nazionali e/o discriminazioni geografiche ingiustificate e venga garantito alle imprese un level playing field in cui poter offrire i propri beni e servizi nell’ambito di un quadro regolamentare armonizzato che consenta loro di essere maggiormente competitive anche su scala globale.

La Strategia disegnata dalla Commissione si basa su tre pilastri e sedici diverse azioni che perseguono il fine di favorire il commercio elettronico transfrontaliero, creare una quadro normativo-regolamentare maggiormente armonizzato in materia di diritto d’autore, rivedere la direttiva sulla trasmissione via satellite e via cavo e modernizzare il quadro dei media audiovisivi, ridurre gli oneri amministrativi che le imprese sostengono in conseguenza dei diversi regimi IVA esistenti, analizzare in maniera dettagliata il ruolo delle piattaforme online, presentare una revisione della regolamentazione europea in materia di telecomunicazioni, individuare le priorità per l’elaborazione di norme e l’interoperabilità in settori fondamentali per il mercato unico digitale (es. sanità elettronica, pianificazione dei trasporti, energia), favorire il libero flusso dei dati all’interno dell’Unione (mediante iniziative tese, tra l’altro, a favorire lo sviluppo dei servizi di cloud computing) e promuovere una società digitale in cui i cittadini dispongano delle competenze necessarie per beneficiare di tutte le opportunità offerte da Internet anche in termini occupazionali. Si tratta di un progetto molto ambizioso che dovrà evidentemente trovare condivisione e riconoscimento nelle Istituzioni europee prima di entrare a far parte del quadro normativo e regolamentare di riferimento dei singoli stati membri.

La revisione della regolamentazione europea in materia di telecomunicazioni rappresenta senza dubbio uno degli obiettivi più complessi tra quelli individuati dalla Commissione. Uno degli aspetti più rilevanti, per l’impatto che è in grado di esercitare sui consumatori, riguarda l’abolizione delle tariffe di roaming e la disciplina sulla net neutrality.  La Commissione Industria del Parlamento Ue ha approvato il compromesso su Roaming e Net Neutrality concordato la scorsa settimana consentendo così l’avvio dell’iter che dovrebbe condurre – salvo imprevisti dell’ultima ora – al via libera definitivo da parte del Parlamento e del Consiglio Ue in programma per l’autunno. Il testo concordato dai Paesi membri ha subito soltanto piccole modifiche tra cui spicca, però, l’attribuzione ai regolatori nazionali del potere di accordare agli operatori dei sovrapprezzi sui prezzi di roaming nelle ipotesi in cui la cancellazione delle tariffe danneggi le dinamiche tariffarie sui mercati interni. I regolatori nazionali avranno così il potere di valutare le richieste di sovrapprezzo che saranno formulate dagli operatori e di adottare le decisioni ritenute opportune. I consumatori europei, inoltre, continueranno a ricevere via sms informazioni sulle tariffe di roaming ogni volta che si troveranno all’estero fino al 15 giugno 2017 (termine fissato per la fine del roaming) e anche in caso di attivazione della clausola di salvaguardia nelle ipotesi di abusi. In attesa che l’iter giunga a compimento le tariffe di roaming saranno progressivamente tagliate a partire dal 30 aprile 2016 ad un tetto massimo di 0,05 centesimi al minuto per le chiamate, 0,02 centesimi per gli Sms e 0,05 centesimi per megabyte (Iva esclusa) con uno sconto del 75% rispetto alle tariffe attualmente in vigore nella Ue secondo quanto riferito dalla Commissione Ue. Per quanto riguarda la Net neutrality, invece, al momento della sottoscrizione di un contratto di fornitura gli utenti saranno informati in maniera chiara e puntuale sulla velocità minima e massima che normalmente potranno attendersi con la conseguenza che, in caso di violazione degli impegni assunti,  l’operatore incorrerà nelle sanzioni previste.

Si tratta dunque di una riforma molto importante che consentirà, unitamente alle altre in calendario, di iniziare un processo di “unificazione” digitale in grado di aumentare la competitività dell’Europa e di consentire a consumatori ed imprese di cogliere al meglio le straordinarie opportunità offerte dal digitale È evidente però che la strada è ancora lunga e che il potere attribuito ai regolatori nazionali di accordare agli operatori dei sovrapprezzi sui prezzi di roaming  presenta il rischio di “sbiadire”, almeno in parte, gli effetti della riforma in atto.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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