Il moto perpetuo del mercato elettrico europeo

Lo scorso 15 luglio la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di misure estivo relativo al clima e all’energia, rientrante all’interno di un’iniziativa più ampia di Unione energetica. Diversi gli argomenti trattati: riforma ETS, etichettatura energetica, nuove regole per i consumatori e nuove regole per il mercato.

Analizzando il contesto è possibile riscontrare che l’Europa sta vivendo un momento di profonda trasformazione sin dall’adozione del 3° Pacchetto energia. Se da un lato la competizione è aperta sui mercati all’ingrosso, dall’altro ciò non è altrettanto vero sui mercati retail. Sicuramente il market coupling (dove è stato introdotto) e l’allocazione di capacità basata flussi hanno reso più efficienti le transazioni nell’Unione. Contemporaneamente l’elettricità proveniente da fonti rinnovabili sta aumentando vertiginosamente e dovrà aumentare sempre più nel futuro per centrare gli obiettivi europei al 2030[1]. Raggiungere tali target potrebbe implicare che la quota di elettricità rinnovabile prodotta possa arrivare al 50% e attualmente i mercati (da entrambi i lati) non dispongono dell’adeguata flessibilità per accogliere tale incremento. Al fine di gestire i molteplici cambiamenti in corso e trarne il massimo vantaggio è necessaria una riorganizzazione del mercato.

Come è stato rilevato anche dal Rapporto I-Com sull’innovazione energetica 2015, negli ultimi anni il modello di produzione centralizzata dell’energia – e tutto ciò che ne consegue – è stato messo in discussione, non solo a livello nazionale. Oggi si è sempre maggiormente orientati verso un nuovo paradigma decentralizzato che vede aumentare il numero di soggetti coinvolti. In un’ottica di efficientamento dell’intero sistema (anche con riguardo ai tanto discussi capacity mechanism) è fondamentale procedere con una completa ristrutturazione che favorisca la piena partecipazione di tutti i soggetti al mercato.

Alla luce di tale situazione la Commissione ha individuato delle aree di intervento ponendo in consultazione i propri orientamenti (ai quali sarà possibile rispondere fino all’8 ottobre). Si punta contemporaneamente sui mercati a pronti e a termine. Mercati a pronti transfrontalieri in grado di accogliere importanti volumi di generazione rinnovabile non necessariamente vincolati ai confini nazionali, anche per ridurre l’esigenza di generazione di back-up e incrementare la sicurezza del sistema europeo. Inoltre, si ritiene che in molti Paesi l’introduzione del market coupling, il potenziamento dei flussi transfrontalieri e delle contrattazioni intraday e il demand response possano favorire il funzionamento efficiente del mercato. In relazione ai mercati a termine è necessario che essi siano aperti a tutti gli attori del mercato (produttori, domanda, rinnovabili, storage, nuovi fornitori di servizi ecc), infatti, mercati a termine ben funzionanti possono favorire gli investimenti – riducendone il rischio – e facilitare l’accesso al credito anche al fine di sviluppare tecnologie a basso contenuto di carbonio.

Importanti, anche, i progetti di interesse comune (PCI) che rappresentano lo strumento principale per l’integrazione fisica del mercato e la diversificazione delle fonti nell’Unione.

Sarà necessario ridisegnare il mercato in modo che sia pronto per accogliere crescenti quantità di energia rinnovabile. Ciò renderà ancora più centrale, non solo il ruolo dei gestori delle reti di trasmissione nazionali, ma anche – forse in maggior misura – quello dei distributori. In tale ottica rientra la proposta di rafforzare il potere di ENTSO-E e di ACER.

Nonostante sia opinione condivisa che la nuova capacità rinnovabile dovrà esser trainata dal mercato, si ritiene comunque opportuno rimediare ad eventuali fallimenti sostenendo tali fonti con meccanismi non eccessivamente distorsivi della concorrenza. In tal senso un approccio coordinato a livello regionale potrebbe apportare maggiori benefici rispetto agli attuali schemi nazionali.

Inoltre, insieme a una revisione delle tariffe di rete, per incentivarne un uso efficiente che non scoraggi la partecipazione della domanda, bisognerà procedere a un riesame e a un progressivo allineamento dei metodi di determinazione dei sistemi di valutazione dell’adeguatezza della capacità e delle regole in generale.

Questo è il momento per essere propositivi, poiché da questo pacchetto di norme estivo potrebbero derivare diverse Direttive (energia elettrica, sicurezza della fornitura di elettricità, efficienza energetica, fonti rinnovabili) e Regolamenti (Elettricità, Acer, infrastrutture) in funzione del lavoro che verrà svolto.


[1] – 40% GHG, 27% quota di FER sui consumi + 27% di efficienza energetica

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