I farmaci immunoncologici, le nuove terapie per la malattia di Alzheimer e per le patologie del Sistema Nervoso Centrale, nuovi e potenti farmaci per il diabete e per le malattie virali, rappresentano la nuova frontiera della medicina personalizzata caratterizzata da un’azione più mirata ed efficace. Ora e nei prossimi 10 anni ci troviamo e ci troveremo in una fase di lancio di nuove molecole che avranno un grande impatto sulla vita di ognuno di noi. Come successo per l’Epatite C, in un futuro prossimo avremo a portata di mano farmaci molto efficaci ma allo stesso tempo costosi: la sfida odierna è quella di non lasciare indietro nessuno, malgrado la presenza di una popolazione sempre più anziana e polimorbida, e una domanda sempre più ampia di cura. Il problema etico dell’accesso è la vera, grande sfida che le Istituzioni si troveranno ad affrontare nel prossimo futuro. In sanità, parallelamente alle nuove scoperte e ai sensibili miglioramenti delle possibilità di cura, corrisponde sempre un maggiore fabbisogno finanziario – soprattutto nell’immediato – per garantirne l’accesso. In un quadro economico-finanziario come quello attuale, garantire l’accesso per tutti alle nuove terapie è un compito arduo. Nei prossimi decenni tutti i paesi con economie e welfare sviluppati vedranno trend di spesa sanitaria fortemente crescenti, compresa – ovviamente – l’Italia. In questo senso si pone dunque un problema di sostenibilità nel nostro paese: i costi dell’accesso dei pazienti alle nuove terapie dovranno poter remunerare gli investimenti necessari per svilupparle. Sebbene l’innovazione consentirà dei risparmi in termini di welfare grazie alle malattie curate o prevenute, i farmaci innovativi che nei prossimi anni saranno introdotti sul mercato renderanno sempre meno sufficienti le leve con cui finora è stata governata la spesa farmaceutica pubblica in Italia, soprattutto se si vorrà continuare ad applicare il principio di universalismo nell’accesso alle cura ma anche qualora si decidesse di declinarlo nel principio di “universalismo selettivo”, occorre prepararsi alla nuova ondata di innovazioni e al relativo drastico incremento del fabbisogno di risorse, che si proporrà come un vero e proprio shock per il sistema.
Il difficile connubio tra recepimento di nuove terapie, shock del fabbisogno di spesa e garanzia di accesso universale alle cure si poggia su delle debolezze strutturali del sistema di governance, che potremmo descrivere come 3 “faglie” del sistema:
Logica dei silos. I tetti di spesa imposti sulla farmaceutica hanno generato un immobilismo del sistema di governo senza precedenti. Tale sistema ha creato una pluralità di filtri territoriali che determinano un difforme accesso alle cure nelle regioni italiane.
Regolazione ballerina. Ad oggi una legislazione volta a determinare continui tagli, i tagli lineari sul prezzo dei farmaci, e la persistente pluralità di step autorizzativi a livello regionale possono ritardare il lancio di farmaci altamente innovativi nel nostro paese.
Nodo Stato-Regioni. Il coordinamento istituzionale nel governo dell’assistenza farmaceutica traballa. E’ noto che ad oggi manchi un fluido scambio dei dati inerenti l’impatto dei farmaci su tutti i capitoli di spesa sanitaria e – in forma indiretta – sulle altre voci di bilancio regionale. Senza queste informazioni per l’AIFA sarà sempre complicato “misurare” su base nazionale il vero impatto diretto, indiretto e sociale delle innovazioni farmaceutiche. Questo ostacola anche una contrattazione interministeriale (vedi Ministero della Salute nei confronti del Ministero dell’Economia e Finanze) nel giustificare la necessità di maggiori risorse da investire nelle nuove terapie. A questo si aggiunge il problema relativo a una presenza disomogenea dei farmaci sul territorio nazionale, per scelte differenti di assistenza farmaceutica da parte delle Regioni.
Senza una adeguata riforma della governance, ci si ritroverà a fare scelte poco felici (già fatte oggi nel caso della terapia per l’Epatite C per cui si cura una percentuale minima dei pazienti presenti nel nostro paese) e che, seppur interpretabili con il principio dell’universalismo selettivo, determineranno di fatto una modifica radicale del nostro Servizio sanitario nazionale.
Il successo delle Istituzioni nel conciliare l’accesso alle cure innovative per il più ampio numero di pazienti, e al tempo stesso garantire la sostenibilità economica del sistema sanitario, potrà determinare una nuova fiducia nelle Istituzioni stesse da parte dei cittadini italiani, perché a fronte di un compito molto difficile, l’Italia riuscirebbe a garantire l’assistenza ai propri pazienti di fronte a nuove e dirompenti possibilità di cura.
Affinché le “faglie” del sistema di assistenza farmaceutica non vanifichino l’opportunità proveniente dalle nuove cure, è fondamentale delineare un nuovo modello di governance che abbia il coraggio di affrontarle e superarle.