E’ stato pubblicato dalla Camera dei Deputati, qualche settimana fa, un dossier dal titolo “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”, allo scopo di fornire una stima dell’impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
Il documento parla di un totale di oltre 12,5 milioni di interventi nel periodo 1998-2015, per investimenti complessivi pari a 27 miliardi di euro – circa 11 miliardi l’anno, in media, a valori correnti – di cui l’86% ha riguardato il recupero edilizio ed il restante 14% la riqualificazione energetica. Ripartizione simile per il solo 2014, dove l’87,5% dei complessivi 28,5 miliardi di euro è stato destinato a progetti per il recupero edilizio.
Per una valutazione in termini di sistema-Paese, occorre sommare gli effetti che ne derivano per la finanza pubblica, da un lato, e per le famiglie e le imprese dall’altro.
Per quel che riguarda lo Stato, al saldo negativo (pari a 12,5 miliardi di euro) derivante dalla defiscalizzazione vanno affiancati due addendi: 1) il lasso temporale di dieci anni durante il quale gli incentivi vengono maturati, a fronte di un incasso immediato dei proventi derivanti dai lavori effettuati, genera flussi di cassa positivi per oltre 16 miliardi di euro; 2) il gettito extra derivante dai maggior consumi ed investimenti prodotti dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati – si parla di un incremento, nel solo 2014, dell’occupazione diretta e indotta pari a 424.800 unità – è stimato essere pari ad ulteriori 6,5 miliardi di euro. La somma delle tre voci descritte (defiscalizzazione, attualizzazione delle detrazioni e maggior gettito) comportano, in definitiva, un beneficio netto per lo Stato pari a 10,5 miliardi di euro.
A questo valore va aggiunto il saldo (negativo) attribuibile alle famiglie che, al netto delle detrazioni e del risparmio sulle bollette, risulta pari a circa – 158 miliardi di euro nel periodo considerato; questo viene, tuttavia, più che compensato, in una visione sistemica, dal saldo (positivo) registrato dalle imprese, grazie all’aumentato fatturato che, al netto di retribuzioni, imposte e oneri sociali, vale quasi 163 miliardi di euro.
Volendo dunque stilare un bilancio complessivo delle agevolazioni fiscali previste nel periodo 1998-2015, si può parlare di un bilancio positivo di totali 15 miliardi di euro. Questo, senza tener conto di ulteriori due aspetti molto rilevanti, ma che risulta al momento troppo complesso quantificare: il primo riguarda l’emersione dei redditi e dell’occupazione “irregolare”; l’altro riguarda la riduzione delle emissioni di CO2 conseguente ai minori consumi energetici.
È indubbio il vantaggio che il nostro Paese ha tratto finora dalle agevolazioni fiscali: sarà forse alla luce di questi risultati che l‘attuale Governo ha previsto anche per il 2016 incentivi per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficienza energetica. La maxi detrazione è stata prorogata fino al 31 dicembre 2016 ed è pari al 50% degli interventi tesi al recupero del patrimonio edilizio.