Coerentemente con le previsioni del CACM[1]– che tra le altre cose prevede entro il febbraio del 2017 l’elaborazione di una proposta per armonizzare a livello internazionale i prezzi di equilibrio massimi/minimi sui mercati del giorno prima e su quelli infragiornalieri – l’Aeegsi ha esposto i primi orientamenti in materia di prezzi negativi.
Con il documento di consultazione 605/2015/R/eel il Regolatore elabora le prime riflessioni sul tema ipotizzando un floor di – 500 €/MWh, in linea con quanto già stabilito nella maggior parte degli Stati europei nell’ambito del Multi Regional Coupling.
L’Autorità inizia valutando le ipotesi di introduzione dei prezzi negativi nei diversi mercati (MGP, MI, MSD)[2], analizza gli impatti di una simile misura sull’esecuzione dei contatti bilaterali, sulla disciplina delle unità essenziali, sulle fonti rinnovabili incentivate e conclude presentando la frequenza storica di accadimento di prezzi pari 0 €/MWh.
L’Aeegsi reputa che l’introduzione dei prezzi negativi nei soli mercati dell’energia non sarebbe pienamente efficace in assenza di una revisione del floor anche nei mercati dei servizi. Infatti, seppur la formazione di prezzi negativi su MGP sia condizione sufficiente perché si formino prezzi negativi anche su MSD, in tale contesto le potenzialità del sistema sono limitate, non potendo sviluppare pienamente gli effetti, ad esempio in caso di un eccesso di offerta in tempo reale. In alternativa al floor negativo in MSD si potrebbe prevedere un gettone che valorizzi la riduzione (fino all’eventuale spegnimento) dell’immissione di energia elettrica in rete.
Se da un lato i prezzi negativi rappresentano uno strumento di mercato utile nell’affrontare condizioni di over generation secondo criteri di efficienza economica, dall’altro è altresì vero che implicherebbero un aumento dei corrispettivi di dispacciamento e della componente A3, derivanti dalla presenza delle unità essenziali e dalla presenza di generazione incentivata.
È stata elaborata un’analisi di accadimento di prezzi pari a 0 nei vari mercati per gli ultimi 3 anni. Essa viene assunta come proxy indicativa della frequenza di accadimento dei prezzi negativi, qualora fossero stati ammessi nel periodo considerato. L’osservazione del 2015 è chiaramente parziale (da gennaio ad agosto), ma dalla figura sottostante è possibile riscontrare che in soli 8 mesi i volumi di energia a scendere venduta a prezzo 0 in MB sono pari (in percentuale) al totale degli stessi volumi nel 2013 (29%). Per quanto riguarda l’energia venduta a prezzo 0 in MSD ex ante il 2015 si attesta leggermente sotto il 2013 (rispettivamente 22% e 26%), più elevati in entrambi i mercati i volumi del 2014 (37% in MB e 39% in MSD ex ante).
L’introduzione dei prezzi negativi rappresenta un’opportunità per migliorare l’efficienza del mercato. Tale innovazione deve essere implementata insieme alla maggiore trasparenza delle offerte su MSD, al monitoraggio nella formazione del livello dei prezzi e alla previsione di eventuali strumenti di mitigazione dei prezzi qualora non corrispondenti a logiche competitive.
[1] Capacity Allocation and Congestion Management entrato in vigore lo scorso 14 agosto.
[2] Rispettivamente mercato del giorno prima, mercato infragiornaliero e mercato del dispacciamento.