Digital Economy & Society Index e la sfida dell’Europa digitale

DigitalEconomyAnche quest’anno la Commissione europea ha pubblicato i risultati del Digital Economy & Society Index, l’Indicatore di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) che, attraverso la combinazione di una serie di indicatori – connettività, skills digitali, utilizzo di internet da parte di cittadini/consumatori ed imprese e e-Government – persegue l’obiettivo di delineare la performance digitale dell’Europa nel contesto globale nonché degli Stati membri dell’Unione.

Il dato che emerge, a livello generale, è che l’Europa, pur guadagnando un punteggio di 0,52 su 1 – leggermente più alto dello 0,5 dello scorso anno – grazie ai progressi registrati in termini di connettività e di utilizzo del digitale da parte delle imprese, non riesce ancora a colmare il gap che la separa dai Paesi più avanzati a livello di sviluppo digitale. Si tratta di un percorso lungo e secondo la Commissione sempre più lento, a dimostrazione di come sia indispensabile eliminare tutti gli ostacoli che ad oggi impediscono o comunque rallentano la diffusione del digitale ed il conseguente sfruttamento delle enormi opportunità che ad esso si accompagnano. Ed infatti, in Europa sebbene la connettività sia migliorata (il 71% delle famiglie europee ha accesso alla banda larga ad alta velocità) risulta ancora insufficiente nel confronto con i colossi globali (Giappone, USA e Corea de Sud), il 45% degli europei non possiede competenze digitali di base, il 65% degli internauti europei effettua acquisti online, ma solo il 16% delle Pmi vende sulla rete e soltanto il 7,5% di tali imprese acquista al di là dei confini nazionali mentre con riguardo all’eGovernment solo il 32% degli utenti utilizza il canale digitale per l’interazione con le amministrazioni pubbliche.

Entrando invece nel merito dei singoli Stati membri l’indice rileva un trend di crescita che fa ben sperare per il futuro. Nell’analizzare la classifica europea emerge che ancora una volta Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia occupano le prime posizioni alla classifica del DESI anche se a livello di progressi, complice senza dubbio il diverso livello di partenza e dunque i differenti margini di miglioramento, Estonia, Germania, Malta, Austria e Portogallo e Paesi Bassi  risultano essere le nazioni che stanno crescendo più velocemente aumentando il distacco dagli altri.

Per quanto concerne l’Italia il report descrive un Paese  che a livello generale si posiziona al 25mo posto nella classifica dei 28 Stati membri dell’UE, con performance non brillanti rispetto alla connettività, alle competenze digitali ed all’utilizzo di internet e dei servizi digitali. Lo stesso report tuttavia, segnala un miglioramento del commercio elettronico, una buona performance rispetto all’e-Governement (17mo posto nella classifica) ed in generale evidenzia una digitalizzazione che in Italia nell’ultimo anno è cresciuta al di sopra della media europea.

La fotografia offerta dal report dunque non fa che ulteriormente dimostrare come l’adozione di una Strategia nazionale per la diffusione della banda ultralarga e per la crescita digitale abbia innescato un meccanismo virtuoso di investimenti nelle infrastrutture, come rilevavamo già nell’ edizione 2015 del Rapporto I-Com su Reti e Servizi di nuova generazione, ed avviato, forse, un processo di acquisizione anche da parte di cittadini/consumatori ed imprese di una maggiore consapevolezza delle straordinarie opportunità connesse alla digitalizzazione della società. Il percorso che ci separa dalla vetta della classifica europea è ancora molto lungo e difficile. Sappiamo che il nostro Paese ha iniziato la corsa verso la digitalizzazione privo di una gamba importante, il cavo, e sappiamo anche che il sostrato socio-economico che ci caratterizza presenta la peculiarità di essere composto prevalentemente da individui in età avanzata e dunque meno inclini alla svolta digitale e da piccole e medie imprese generalmente meno portate, per tradizione e risorse, ad investire e sperimentare nel canale digitale, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che la miccia è stata accesa e che il nostro Paese sta finalmente perseguendo la strada per l’instaurazione di una società digitale.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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