EMA lancia “PRIME” per sostenere lo sviluppo dei farmaci prioritari

PRIMEDurante i primi giorni di marzo, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha lanciato PRIME (PRIority MEdicines), il nuovo schema per sostenere e ottimizzare lo sviluppo dei farmaci prioritari e consentire ai pazienti di accedere – nel più breve tempo possibile – a terapie che possono migliorare significativamente la qualità della vita.

Si definiscono prioritari i farmaci che potenzialmente porterebbero un beneficio ai pazienti attualmente senza opzioni di trattamento o che potrebbero offrire un grande vantaggio terapeutico rispetto alle terapie esistenti.

PRIME, oltre a garantire benefici ai pazienti per i quali si riscontra un bisogno medico non soddisfatto, offre un supporto scientifico e normativo anche a chi sviluppa medicinali, con il fine di ottimizzare la produzione di dati affidabili e consentirne la valutazione accelerata.

I criteri di ammissibilità previsti dallo schema PRIME sono quelli della procedura di valutazione accelerata. Ciò significa che un farmaco, affinché  sia ammesso a partecipare al programma, dovrà dimostrare di poter garantire benefici significativi per i pazienti con esigenze mediche insoddisfatte e, quindi, di poter essere di elevato interesse per la salute pubblica e dal punto di vista dell’innovazione terapeutica[1].

Una volta che il farmaco viene selezionato per PRIME, l’Agenzia regolatoria europea:

  • nomina un membro del CHMP o della Commissione per le Terapie Avanzate (CAT) per fornire un supporto continuo e per aiutare a costruire le conoscenze di base prima della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio.
  • organizza incontri tra la persona selezionata del CHMP o del CAT e un gruppo multidisciplinare di esperti provenienti da comitati scientifici EMA e gruppi di lavoro e fornisce indicazioni sul piano di sviluppo globale e sulla strategia regolatoria.
  • assegna un punto di contatto dedicato.
  • fornisce la consulenza scientifica per le fasi principali dello sviluppo del farmaco, coinvolgendo le parti interessate e gli organismi di valutazione delle tecnologie sanitarie per facilitare il più rapido accesso per i pazienti al nuovo medicinale.
  • conferma il potenziale per la valutazione accelerata della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco.

L’AIFA, grazie alla sua presenza qualificata all’interno dei gruppi permanenti e nelle attività strategiche di EMA, avrà un ruolo importante nella definizione dei processi volti a favorire l’accesso a nuovi farmaci, in linea con il suo mandato istituzionale di operare per l’accesso ai medicinali innovativi e per le malattie rare[2].

Il professor Guido Rasi, direttore esecutivo di EMA ha spiegato che “l’obiettivo di PRIME è quello di favorire una migliore pianificazione nello sviluppo delle medicine, per aiutare le aziende a generare dati di alta qualità dei quali si ha bisogno per valutare la qualità, la sicurezza e l’efficacia dei medicinali. Inoltre, i pazienti con trattamenti insufficienti o con nessun trattamento disponibile, potrebbero quindi beneficiare dei progressi scientifici e dei farmaci all’avanguardia il più presto possibile”.

Anche, Vytenis Andriukaitis, Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza Alimentare, ha commentato positivamente l’iniziativa dell’EMA affermando che “il lancio di PRIME è un importante passo in avanti per i pazienti e le loro famiglie che da tempo sperano in un tempestivo accesso ai trattamenti sicuri per le proprie esigenze mediche insoddisfatte come tumori rari, malattia di Alzheimer e altre demenze”. Ha asserito poi, che “grazie ad un migliore supporto scientifico, questo schema potrebbe anche aiutare, ad esempio, ad accelerare lo sviluppo e l’autorizzazione di nuove classi di antibiotici o loro alternative, fondamentale in un’epoca di crescente resistenza agli antimicrobici”.

PRIME è, inoltre, in linea con le priorità della Commissione europea in quanto sostiene l’innovazione, la crescita e la competitività.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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