Oggi, le persone residenti nelle aree urbane sono quasi 3,7 miliardi (più della metà della popolazione mondiale); nel 2030 si stima un incremento di un ulteriore miliardo e molto probabilmente tale cifra, entro il 2050, salirà a 6,5 miliardi di persone.
Le aree urbane sono luoghi spesso malsani, caratterizzati da traffico intenso, inquinamento, violenza, isolamento sociale, povertà: tutti fattori che possono minare la salute delle persone, soprattutto di quelle più vulnerabili.
Come mai prima d’ora e dinanzi a tali cifre e considerazioni appare, dunque, opportuno prevedere politiche ed azioni volte all’incremento della qualità urbana, nel senso di rendere le nostre città posti in cui vivere bene ed in salute.
La salute urbana è un tema molto caro all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che da tempo spinge verso la creazione di “comunità resilienti e ambienti favorevoli alla salute” ed invita i Paesi a promuovere uno sviluppo delle città fondato sull’equità, sulla sostenibilità e sull’attenzione ai valori e alle esigenze delle persone.
Tale tema è affrontato, nuovamente, nell’ultimo report “Urban Health: Equitable, healthier cities for sustainable development”, elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) insieme all’agenzia delle Nazioni Unite (UN-Habitat) e reso noto il 31 marzo 2016, che fornisce nuovi dati sulla salute urbana e suggerisce degli interventi per rendere le città sostenibili e salubri e per ridurre le malattie non trasmissibili[1].
È fondamentale pensare al modo giusto di costruire e gestire gli spazi cittadini e, dunque, mettere in atto politiche urbane e sanitarie volte a ridurre i rischi per la salute di chi vive in città. Una corretta pianificazione urbana dovrebbe prevedere, ad esempio, trasporti (modalità attive di trasporto) che favoriscano stili di vita sani; creare spazi verdi, infrastrutture dedicate alle pratiche sportive, alloggi sicuri; promuovere la cultura del vivere sano, dell’alimentazione corretta e della prevenzione; ridurre l’inquinamento ambientale; coinvolgere e sensibilizzare i cittadini su tali temi.
È, inoltre, importante ridurre le disuguaglianze di salute, che riguardano sicuramente più da vicino i gruppi vulnerabili (poveri, senza lavoro, minoranze etniche, ecc..), e garantire a tutti un accesso equo alle cure.
Città più sane e sostenibili, rientra anche tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), contenuti nell’Agenda 2030, adottata da più di 150 leader mondiali il 25 settembre scorso.
[1]Le malattie non trasmissibili comprendono le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete i disturbi respiratori cronici e le malattie neurodegenerative. Tali malattie rappresentano oggi il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano. Esse sono responsabili della maggior parte dei decessi e provocano ogni anno circa 35 milioni di morti, il 60% dei decessi a livello globale e l’80% dei decessi nei Paesi a basso e medio reddito. (Fonte: ISS)