Si è tenuto martedì a Roma il convegno Aiget/I-Com incentrato sulla disciplina dei contratti di fornitura elettrica e gas. Il tema è estremamente rilevante per il settore poiché impatta su tutte le figure coinvolte, infatti, l’incertezza contrattuale incidendo sul rischio degli operatori si riflette a cascata sui contratti con i clienti finali, sia di quelli prettamente retail che su quelli della Pubblica Amministrazione.
Due sono le vicende che hanno destato l’attenzione sull’argomento. La prima è stata la recente modifica della normativa primaria (con la Legge di Stabilità 2016), che ammette la possibilità di revisione dei prezzi dei contratti pubblici di fornitura offerti in modalità continuata o periodica qualora il valore dei beni ai quali sono indicizzati (nel caso dell’energia, il petrolio) subisca una variazione del prezzo complessiva almeno pari al 10%, tale da alterare significativamente l’originario equilibrio contrattuale, una volta accertato dall’Autorità.
Tralasciando l’opportunità di modificare la Legge per singoli interessi, ciò che colpisce maggiormente è l’esposizione degli operatori, tutti, ad improvvisi cambiamenti del contesto in cui operano. La naturale conseguenza di una simile aleatorietà è un inasprimento delle condizioni economiche che una parte, il fornitore nello specifico, sarà disposta ad offrire per le stesse prestazioni, in vista del maggior rischio che è tenuta ad assumersi.
L’instabilità del contesto normativo/regolatorio emerge come la più grande incognita con cui non solo gli operatori, ma anche i clienti[1], devono rapportarsi. Essa rappresenta un rischio dal quale anche il trader esperto e lungimirante non riesce a “coprirsi”.
La seconda vicenda è di carattere più circoscritto. L’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico ha pubblicato un documento all’intero del quale richiedeva l’opinione di tutti i soggetti interessati, sulla revisione delle tempistiche e modalità di recesso dai contratti di fornitura. A tal proposito ci si è chiesti, anche alla luce di ciò che avviene in altri settori, se una maggiore libertà di scelta possa effettivamente avvantaggiare i consumatori. L’idea proposta – e tutto sommato piuttosto condivisa tra i presenti – è favorire la varietà delle offerte; da un lato fidelizzando il cliente per determinati periodi di tempo (1 o 2 anni) ad esempio attraverso uno sconto in bolletta, dall’altro valorizzando la “libertà di uscita in qualsiasi momento” da un contratto di fornitura.
Durante il Convegno si è accennato anche al “DDL Concorrenza” per il quale si auspica il rapido raggiungimento di un equilibrio che possa rendere effettivo il termine del 2018. Il disegno di Legge è attualmente in corso di esame in Commissione Industria al Senato e non se ne prevede l’approdo in aula prima del 10 maggio.
[1] Si pensi ad esempio alla Legge 21 del febbraio scorso che dispone per tutti gli utenti non domestici lo spostamento di parte degli oneri generali dalla componente variabile alla fissa della bolletta, in qualche modo disincentivando l’autoproduzione e l’efficienza energetica.