Sia per consapevolezza della necessità di una nuova strategia, sia per uno spirito di emulazione dei cugini (alla lontana) tedeschi, il fatto è che si sta aprendo una nuova stagione di incentivi alle auto elettriche.
È di qualche settimana fa l’annuncio del piano di incentivi alla mobilità elettrica varato dal governo tedesco che stanzia un miliardo di euro tra sovvenzioni e infrastrutture.
E il governo italiano fa eco, annunciando per il prossimo 27 maggio la presentazione di una carta di intenti che introdurrebbe misure urgenti per lo sviluppo del settore delle auto elettriche. Annuncio provvidenziale, in un momento in cui, se si guarda ai numeri, risulta evidente la difficoltà di penetrazione delle auto elettriche in mercato che peraltro globalmente, dopo anni di grande difficoltà, segna, mese dopo mese, una consolidata ripresa (+18,9% da inizio anno, con le auto alimentate a benzina che segnano addirittura +33,3%). Le automobili alimentate ad energia elettrica, infatti, al posto di aumentare, nonostante i valori molto piccoli dello scorso anno (meno dello 0,1% del totale delle nuove immatricolazioni), stanno addirittura diminuendo: il dato sulle immatricolazioni del primo quadrimestre 2016 mostra un significativo calo rispetto allo stesso periodo del 2015 (-30% circa). Situazione completamente diversa per le vendite di automobili ibride che, invece, continuano a crescere a ritmi sostenuti (+48% da inizio anno) ed ormai non più così lontane da quelle alimentate a metano, che invece, come quelle a GPL, continuano a segnare flessioni a due cifre.
Fonte: elaborazioni su dati Unrae 2016.
Non c’è ancora l’ufficialità, dunque, ma gli interventi sembrerebbero essere concentrati in tre macro-aree:
- La riduzione del prezzo d’acquisto delle vetture elettriche per il consumatore finale, grazie ad uno sforzo sia privato da parte delle case automobilistiche che pubblico da parte dello Stato – si parla al momento di contributi anche superiori ai 5.000 € e di una stangata all’IVA, che verrebbe portata dal 22% al 10%.
- L’abbassamento dei costi dell’energia elettrica per la ricarica dei veicoli, che costituisce certamente un ulteriore freno allo sviluppo del settore: è fissata a 0,40 €/kWh la tariffa per l’energia elettrica da autotrazione e, se si guarda al relativo costo industriale, non è difficile intuire che i margini di contenimento dei prezzi sono ampi.
- La crescita della rete di infrastrutture di ricarica: sembra infatti che, proprio come la Germania, anche l’Italia sia intenzionata a destinare buona parte dei propri fondi al miglioramento della capillarità della rete di ricarica, nel tentativo di incentivare l’uso delle auto elettriche anche al di fuori dei contesti urbani.
Insomma, l’auto elettrica in Italia è in affanno e la battuta d’arresto di questi primi mesi del 2016 ne è la più evidente testimonianza. Gli occhi, a questo punto, sono tutti puntati sulla seconda parte dell’anno, nella speranza che gli incentivi annunciati facciano la loro parte.