Alcune risultanze dal Patto dei Sindaci

patto_sindaciTra le iniziative originate dal Terzo Pacchetto Energia rientra il Patto dei Sindaci per l’Energia e il Clima. La più grande iniziativa su scala urbana relativa a clima ed energia che ha coinvolto, su base volontaria, migliaia di Autorità locali e regionali nel raggiungimento degli obiettivi comunitari.

Lanciato dalla Commissione europea nel 2008, per sostenere gli sforzi degli enti locali nell’attuazione delle politiche energetico-ambientali – seppur con un lento decollo – negli ultimi anni il patto ha riscosso (e continua a riscuotere) un discreto successo.

Nel corso del 2014 è stato avviato il Mayors Adapt, che basandosi sullo stesso modello di governance, promuove impegni politici e l’adozione di piani di azione per la prevenzione e la preparazione del territorio a eventuali cambiamenti climatici.

A ottobre 2015 – dopo un processo di consultazione promosso dal Commissario Miguel Arias Cañete volto a raccogliere opinioni sul futuro del Patto dei Sindaci – le due iniziative si fondono nel nuovo Patto dei Sindaci per il clima e l’energia. Quest’ultimo ha adottato gli obiettivi al 2030 con un approccio integrato in favore della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, che rappresentano due dei tre pilastri del patto rafforzato[1]

Le Amministrazioni firmatarie del Patto sono realtà dalle dimensioni variabili: dai piccoli comuni alle grandi aree metropolitane. I soggetti firmatari si impegnano entro un anno dall’adesione ad attuare i Piani d’azione per l’energia sostenibile nei loro territori – al fine di tagliare le emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 – e ad adottare un approccio congiunto di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Per tradurre il proprio impegno politico in misure e progetti pratici, i firmatari del Patto devono redigere un Inventario di Base delle Emissioni, una valutazione dei rischi del cambiamento climatico e delle vulnerabilità. Inoltre entro due anni dalla data di adesione le Amministrazioni devono elaborare un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) che individui le principali azioni che le autorità locali intendono intraprendere. Ogni due anni i firmatari inviano informazioni sui progressi compiuti al fine di consentirne il monitoraggio.

Sono inoltre previste diverse figure di supporto ai firmatari nel raggiungimento dei target, quali i coordinatori, i sostenitori e i partner.

Il numero dei firmatari del Patto dei Sindaci è andato via via aumentando.  Con 3.064 firmatari,  proprio l’Italia è il Paese che ha maggiormente fatto ricorso a questo strumento. Un fenomeno che interessa in particolare i piccoli e piccolissimi comuni, solo 9 infatti i grandi comuni e 6 le aree metropolitane (oltre i 500.000 abitanti) che hanno aderito al patto. Situazione praticamente identica per quanto riguarda la Spagna (rispettivamente 10 e 6). Molto più eterogenea, invece, la distribuzione nei Paesi “nordici” (v. figura sottostante). Anche in questo caso un’interazione ad hoc con l’utility sia nella fase di elaborazione che di implementazione del Piano porterà beneficio dell’Ente Locale.

jj


[1] Mitigazione: accelerare il processo di decarbonizzazione sul territorio

Adattamento: rafforzare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici

Energia sicura e sostenibile alla portata di tutti: aumentare l’uso dell’efficienza energetica e delle rinnovabili sui singoli territori.

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