Situazione energetica italiana 2015

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Lo scorso 22 giugno è stata pubblicata la relazione sulla “Situazione Energetica Nazionale 2015” dal Ministero delle Sviluppo Economico. Emerge che il 2015 è stato un anno particolare per quanto riguarda l’offerta dei greggio e gas con forti ripercussioni sull’andamento dei prezzi delle due commodity. A fronte della riduzione verificatasi sono ripresi i consumi nell’area OCSE, soprattutto in Europa.

Nonostante la significativa dipendenza dalle fonti estere, l’Italia prosegue lungo il percorso intrapreso verso un sistema energetico più efficiente, autonomo e a minor intensità di carbonio. Dopo 4 anni, sostenuta anche dalla congiuntura economica la domanda riprende a crescere, seppur si colloca storicamente a livelli piuttosto bassi. Si è registrato un aumento delle importazioni di idrocarburi a fronte di una riduzione della produzione nazionale, con conseguente aumento della dipendenza dall’estero. Anche la produzione da rinnovabili si riduce, soprattutto a seguito del riposizionamento dell’idroelettrico su valori “normali” dopo le eccezionali precipitazioni del 2014.

A fronte della riduzione della produzione da rinnovabili si è verificato un maggiore ricorso alle rinnovabili termiche (legna da ardere e pellet) per il riscaldamento, che confermano il conseguimento dell’obiettivo al 2020 (già avvenuto nel 2014).

I consumi finali sono aumentanti dopo 5 anni con un apporto positivo per tutti i settori, unica eccezione l’industria, le cui dinamiche generali stanno comportando un cambiamento di rotta verso settori più efficienti e a minore intensità energetica.

Migliora anche l’indice ODEX che misura l’efficienza energetica e proseguono le politiche a sostegno della stessa.

Permane il differenziale positivo tra i prezzi italiani e quelli europei, prevalentemente dovuto alla diversa politica fiscale. Ciò può sovraccaricare sia le imprese che le famiglie. Le prime rischiano seri cali della competitività rispetto alle competitor straniere, le seconde un aggravamento della povertà energetica.

Dal grafico sottostante si vede che nel 2014, l’incidenza dell’imposizione energetica in Italia è stata pari al 2,9% del Pil, superiore di un punto percentuale al valore medio della UE 28 (1,9% del Pil) e superata solo dalle incidenze della Serbia (3,4%) e della Slovenia (3,0%).

pressione fiscale

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