Il punto dell’OMS sulle noncommunicable diseases

unnamedUn nuovo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fa il punto sulle noncommunicable diseases (NCDs), ovvero le malattie non trasmissibili, che includono le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete e i disturbi respiratori cronici e i cui fattori di rischio sono principalmente il fumo, il consumo di alcol, l’alimentazione non salutare e l’inattività fisica.

Negli ultimi anni, l’OMS ha dedicato particolare attenzione alle malattie non trasmissibili perché oltre a rappresentare una minaccia globale per la salute della popolazione, causando il  70% dei decessi a livello mondiale – soprattutto nei paesi a basso e medio reddito – minano anche la sostenibilità dei sistemi sanitari.

La riduzione delle malattie non trasmissibili è uno dei traguardi previsti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile adottata dalle Nazioni Unite. In particolare, entro il 2030, si punta a ridurre di un terzo la mortalità prematura da malattie non trasmissibili, attraverso la prevenzione e i trattamenti efficaci ma anche promuovendo una cultura del benessere.

È fondamentale – sottolinea l’OMS – intensificare l’azione dei singoli governi nazionali, in particolare nei paesi in via di sviluppo,  in cui gli sforzi per ridurre le malattie non trasmissibili sono ancora insufficienti, se non si vuole compromettere il raggiungimento dell’obiettivo 2030.

A onor del vero, però, vi sono altrettanti paesi che stanno facendo notevoli progressi e attuando misure e strategie (es. piani nazionali sanitari) per prevenire le malattie non trasmissibili.

Inoltre – si legge nel rapporto – molti governi hanno pensato di tassare i beni dannosi alla salute e che hanno un ruolo determinante nelle malattie non trasmissibili, con l’intento di scoraggiarne il consumo e anche di creare nuove fonti di finanziamento per i sistemi sanitari pubblici. La tassazione del tabacco è sicuramente l’intervento fiscale più diffuso, segue poi quella degli alcolici. È stata prevista anche la tassa sulle bevande zuccherate e sui cibi ad alto contenuto di grassi, zucchero o sale ma tale misura fiscale è poco diffusa così come i sussidi ai prezzi per gli alimenti sani e gli incentivi fiscali per promuovere attività fisica.

Secondo l’OMS, per ridurre la diffusione delle malattie non trasmissibili risulta prioritario, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, mettere in atto delle azioni al fine di limitare i principali fattori di rischio e potenziare l’assistenza sanitaria per le persone che già ne sono affette, ovvero:

  • Finanziare la prevenzione primaria e i programmi di screening;
  • Rafforzare meccanismi di governance multisettoriale;
  • Implementare politiche e piani nazionali che promuovano stili di vita sana e riducano i fattori di rischio;
  • Istituire sistemi di sorveglianza per eseguire indagini sui fattori di rischio e monitorare i progressi;
  • Migliorare l’accesso alle cure palliative per i malati terminali, attraverso un sistema sanitario pubblico efficiente, in grado di fornire anche assistenza domiciliare.

Dunque, le conoscenze e le strategie per prevenire le malattie non trasmissibili ci sono; forse, l’ostacolo –  a livello nazionale – è, talvolta, la mancanza di volontà di trasmutare tali conoscenze e strategie in azioni concrete.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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