Efficienza energetica: riflessioni in corso

immagineNell’ambito del progetto ODYSSEE-MURE, la Commissione UE  ha adottato ufficialmente una base statistica per le politiche energetiche, per rendere disponibili nuovi strumenti per le politiche e gli interventi di efficienza energetica in Europa e fornire un complessivo monitoraggio, a livello europeo,  dei consumi energetici e dei trend di efficienza, nonché una valutazione delle politiche nazionali (e sovra-nazionali) in materia di efficienza energetica per settore.

L’efficienza energetica è centrale per l’Italia e con questo progetto è possibile cogliere ed interpretare le tendenze in atto nel nostro Paese e contribuire alla valutazione delle politiche nazionali di efficienza energetica, mettendo a fuoco gli ambiti su cui è più urgente intervenire per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di risparmio fissati al 2020 e al 2030.  Per questa ragione, proponiamo di seguito un’analisi della situazione in Italia, UE e alcuni dei principali Paesi europei, incentrata sui cosiddetti energy efficiency gains, ossia i risultati in materia di efficienza energetica conseguiti, a livello nazionale, dai singoli Paesi. Tali risultati sono ottenuti a partire dagli indici ODEX (ODysseeIndEX), ossia indici sintetici di efficienza energetica depurati dagli effetti dei cambiamenti strutturali come la crisi economica.

Nel 2014 l’efficienza energetica per l’intera economia italiana è migliorata del 12,1% rispetto al 2000, quasi 5 p.p. in meno rispetto alla media europea, performance penalizzata principalmente dal settore residenziale, dove il miglioramento è stato più contenuto a causa di un aumento del consumo energetico per un miglior comfort: infatti, mentre miglioramenti significativi sono stati registrati con riguardo all’uso degli elettrodomestici, all’acqua calda e gli usi cucina, l’aumento del consumo per il riscaldamento – il principale end-user in questo contesto – ha in qualche modo controbilanciato i risultati positivi ottenuti negli altri ambiti. Diversamente, in altri Paesi – qui vengono considerati Germania, Spagna e Francia – e nella stessa UE, è proprio il settore residenziale a tirare maggiormente: in Francia in particolare, nel solo settore residenziale è stato registrato un miglioramento in termini di efficienza energetica addirittura del 28% rispetto all’inizio del millennio, sebbene la performance complessiva sia ben più modesta (14,6%) e solo di poco superiore a quella italiana. Tra i Paesi esaminati, solo la Germania (il cui dato peraltro è al momento aggiornato al 2013) fa meglio della media europea (18,2% vs. 16,9%), grazie unicamente al settore dei trasporti, unico in cui la performance tedesca appare migliore di quella media europea (16,8% vs. 14,2%).

grafico 1

* Dato 2013

Focalizzandosi solo sul trend italiano, dal 2001 al 2014, i risparmi in termini di efficienza energetica sono cresciuti in maniera abbastanza costante nel tempo, con una crescita più accentuata nell’ambito dei trasporti e, soprattutto, industriale, che a partire dal 2010 supera i trasporti in quanto a risultati di efficienza energetica. Appare invece, nell’intero periodo esaminato, sempre più contenuta – come già accennato sopra – la crescita nel residenziale.

grafico 2

Attendiamo di vedere gli effetti prodotti dai tre Decreti Interministeriali, emanati dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con altri Ministeri interessati dalla materia ed entrati in vigore lo scorso 1 ottobre, allo scopo proprio di compiere un passo importante verso l’incremento degli edifici ad energia (quasi) zero: infatti, a partire dal 1 gennaio 2021 i nuovi edifici e quelli sottoposti a ristrutturazioni significative dovranno essere realizzati in modo tale da ridurre al minimo i consumi energetici coprendoli in buona parte con l’uso delle fonti rinnovabili, mentre per gli edifici pubblici tale scadenza è anticipata al 1 gennaio 2019. Queste misure dovrebbero all’Italia di essere completamente in linea con le direttive europee in materia e dare un buon impulso verso il raggiungimento degli obiettivi previsti al 2020.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata all’Università Commerciale L. Bocconi in Economia, con una tesi sperimentale sull’innovazione e le determinanti della sopravvivenza delle imprese nel settore delle telecomunicazioni.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.