Il presente documento persegue la finalità di sintetizzare e porre in luce le principali evidenze emerse in occasione del Convegno “Digital Single Market e audiovisivo connesso: in cerca della prossima “disruption” tenutosi lo scorso 3 novembre 2016, nell’ambito del quale è stato presentato il Rapporto I-Com 2016 su Reti e Servizi di nuova generazione.
In linea di continuità con gli anni scorsi, il Rapporto I-Com 2016 sulle reti e i servizi di nuova generazione ha fornito una fotografia dello “stato di salute digitale” del nostro Paese nel contesto internazionale, fornendo altresì indicazioni di policy utili per il rafforzamento competitivo delle imprese che operano nel settore in uno scenario convergente in forte evoluzione.
La prima parte del rapporto ha descritto, da un lato, lo stato di diffusione delle reti a banda larga ed ultra-larga, sia fisse che mobili, in Italia ed in Europa, fornendo altresì i dati di utilizzo di alcuni dei principali servizi digitali da parte dei cittadini/consumatori e delle imprese; dall’altro, ha cercato di fare il punto sulle iniziative in atto a livello europeo per la realizzazione del Digital Single Market, sullo stato di implementazione della Strategia nazionale per la banda ultra-larga varata dal Governo nel marzo 2015 al fine di favorire la diffusione dell’infrastruttura fissa nel nostro Paese nonché sui provvedimenti adottati nel corso dell’anno dall’Autorità nazionale di regolazione. Infine, sono stati mostrati alcuni dati relativi alla quarta rivoluzione industriale in corso, ormai nota come “Industria 4.0”, dando inoltre conto dei contenuti essenziali del Piano nazionale Industria 4.0 recentemente presentato dal Governo italiano.
Per quanto riguarda la seconda parte, se il rapporto I-Com del 2015 sulle Reti e i Servizi di Nuova Generazione si concentrava su uno degli effetti principali della disruption nel settore dei media, vale a dire la tendenza alla concentrazione ed alla convergenza con il comparto delle telecomunicazioni, nell’edizione 2016 si è dato conto degli aggiornamenti su questo fronte avvenuti nel mercato mondiale, evidenziando inoltre quali forze spingono ancora verso la disgregazione di vecchi (e nuovi) modelli di business e quali strategie sono state adottate dagli incumbent per cavalcare il cambiamento. L’analisi è stata accompagnata, come di consueto, da un focus specifico sul panorama italiano concentrato, in particolare, sullo stato del video on demand, a un anno dall’arrivo di Netflix nonché sul contesto della travagliata cessione di Mediaset Premium a Vivendi, che potrebbe (o avrebbe potuto) costituire il punto di partenza di una piattaforma europea di SVOD di matrice in parte nostrana. Sullo sfondo, la proposta di modifica della direttiva sui Servizi di media audiovisivi che intende far progredire l’armonizzazione delle regole comunitarie non solo per i broadcaster ma anche per gli OTT.
Nella terza parte, infine, partendo dallo stato di implementazione delle strategie governative per lo sviluppo infrastrutturale ed il sostegno – e la maturazione – della domanda è stato offerto qualche sintetico spunto di policy su alcuni temi chiave analizzati nel rapporto.
Intorno a questi temi, gli stakeholder hanno avuto modo di confrontarsi nell’ambito di due diversi tavoli tematici.