Nell’ambito del consolidamento del percorso di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, la UE ha avviato serie di strategie riconducibili all’Unione dell’energia, con l’obiettivo di assicurare a tutti i cittadini la fornitura di energia sicura, affidabile, sostenibile e competitiva. A tal fine sarà necessario una consistente trasformazione del sistema energetico europeo, partendo da quelli che vengono definiti i 5 pilastri dell’Unione dell’energia (mercato interno dell’energia, efficienza energetica, decarbonizzazione, ricerca e innovazione, sicurezza della forniture).
Con l’intento di raggiungere lo sfidante obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030, nel corso del 2015 la Commissione ha presentato una proposta di riforma del sistema ETS (Emissions Trading Scheme) – per favorire la riduzione delle emissioni nel settore energetico e nelle industrie ad alta intensità energetica – e nell’estate del 2016 ulteriori proposte per accelerare la transizione anche nei settori non coperti dall’ETS.
A inizio anno la Commissione aveva dedicato particolare attenzione alle infrastrutture e alla sicurezza energetica, legata soprattutto al gas e al GNL. Oggi, concentrandosi sull’efficienza energetica, sulle rinnovabili, sul settore elettrico e sui consumatori, il nuovo pacchetto rappresenta uno degli ultimi tasselli in ordine di tempo per l’attuazione del quadro 2030 per il clima e l’energia nell’UE.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica la Commissione propone l’innalzamento dell’obiettivo al 2030 dal 27% al 30% ed estende i meccanismi obbligatori. Tutti gli Stati membri dovranno contribuire al raggiungimento del target nell’ambito dei piani nazionali integrati per il clima e l’energia previsti dal Regolamento sulla governance. Inoltre, poiché l’efficienza viene giudicata determinante nella lotta alla povertà energetica, il miglioramento delle performance degli edifici viene individuato come elemento chiave in tal senso.
Sempre con riferimento al marco tema dell’efficienza energetica, la proposta contiene anche misure finalizzate a supportare la competitività del settore edilizio attraverso norme settoriali e indicazioni per le prestazioni energetiche dei prodotti (ecodesign), per l’informazione dei consumatori (energy labelling) e sugli aspetti finanziari (smart finance for smart buildings).
I nuovi impianti rinnovabili (con potenza superiore a 500 kW) e quelli potenziati non beneficeranno più della priorità di dispacciamento coerentemente con un approccio il più possibile market based. Viene sottolineata l’importanza della non retroattività delle misure incentivanti, della necessaria apertura transfrontaliera dei meccanismi, della semplificazione delle procedure autorizzative e grande attenzione viene dedicata al consumatore finale attivo che, individualmente o in forma aggregata, consuma, accumula o vende energia, anche autoprodotta.
Proposti criteri più restrittivi per la sostenibilità delle bioenergie, incluse biomasse e biogas per il riscaldamento e l’elettricità.
In relazione al market design elettrico la Commissione individua la necessità di aggiornare il funzionamento del mercato (mercati più flessibili, eliminazione dei colli di bottiglia, partecipazione della domanda, eliminazione dei cap sui prezzi, ecc.) a seguito dei cambiamenti intervenuti nel settore, affrontando anche la questione dei capacity mechanism. Le prime valutazioni sul tema giudicano tutto sommato positivamente il meccanismo di capacità immaginato dall’Italia, pur permanendo alcune criticità riguardo la valutazione dell’adeguatezza.
Avanzata la volontà di apertura del mercato dei servizi ancillari alla domanda, alle rinnovabili, ai sistemi di accumulo dell’energia (di fatto equiparati alla produzione) e agli aggregatori.
Tutte le proposte legislative relative all’Unione dell’energia presentate dalla Commissione nel 2015 e nel 2016 devono essere esaminate dal Parlamento e dal Consiglio prima di essere approvate e cominciare il percorso di recepimento negli Stati membri.