I robot: alleati o pericoli per l’uomo?

Nell’era digitale dominata da internet e dalle nuove tecnologie, uno dei fenomeni maggiormente affascinanti è senza dubbio la robotica. Dopo aver ispirato romanzi e film di fantascienza ecco che oggi i robot non sono più soltanto una fantasia ma una realtà in continuo sviluppo che impone alle istituzioni una riflessione e l’adozione di regole in grado di governarne gli utilizzi.Ebbene, di robotica si occupa la Risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 12 gennaio scorso.robot

Partendo dall’idea che così come negli Stati Uniti ed in Asia è indispensabile affrontare le questioni che ruotano intorno alla robotica, il rapporto formula una serie di principi rivolti ai progettisti, ai fabbricanti e agli utilizzatori dei robot proponendo innanzitutto di fornire  una definizione precisa ai robot autonomi intelligenti. In particolare, un robot potrà essere definito “autonomo intelligente” quando acquisisca autonomia attraverso sensori o scambiando dati con l’ambiente e analizzandoli, quando sia capace di autoapprendimento, sia in possesso di un supporto fisico e quando sia in grado di adattare le proprie azioni all’ambiente in cui si trova. Lo stesso rapporto evidenzia poi la necessità di introdurre un sistema di registrazione di questi oggetti tecnologici, fissando anche un criterio di classificazione che consenta di discernere quelli da registrare da quelli non sottoposti a tale procedura. Consapevole poi delle implicazioni sociali ed etiche che l’impiego di robot comporta, il rapporto accenna alla necessità di finanziare la ricerca nel settore, ed introdurre un meccanismo di verifica a breve termine dei programmi di ricerca in corso per capire quali possano essere le opportunità e i rischi connessi all’introduzione di robot autonomi sul mercato.corso, con raccomandazioni alla Commissione europea concernenti norme di diritto civile sulla robotica sulla base del rapporto presentato nel maggio del 2016 dall’eurodeputata lussemburghese Mady Delvaux. Nel documento, in particolare, si da conto innanzitutto del forte sviluppo dei robot e delle varie manifestazioni dell’intelligenza artificiale evidenziando come nel 2014 la crescita media delle vendite di robot sia salita dal 17% annuo al 29% e come le richieste di brevetto per le tecnologie robotiche si siano triplicate negli ultimi dieci anni. Siamo dunque di fronte ad un fenomeno in forte espansione in grado di originare una nuova rivoluzione industriale e di ridisegnare il contesto socioeconomico in cui viviamo. Non c’è dubbio che la robotica ed in generale l’intelligenza artificiale potrebbero assicurare guadagni in termini di efficienza e di risparmio economico in molti ambiti come quelli dei trasporti, dell’assistenza medica, dell’educazione e dell’agricoltura ma è altrettanto evidente che l’impiego crescente di robot porta con sé rischi da non sottovalutare. Innanzitutto si pensi impatto sull’occupazione e sulla sostenibilità dei sistemi di previdenza sociale conseguente alla sostituzione della macchina all’uomo in molte attività oppure ai rischi per la sicurezza fisica degli uomini in un contesto in cui per l’assistenza o per la conservazione dell’ordine pubblico vengono utilizzate applicazioni sempre più autonome ed in grado di comunicare tra loro senza l’interazione degli esseri umani.

Partendo da tali presupposti il documento incita all’adozione di un codice etico che accolga, tra i punti chiave, il rispetto in ogni fase di un progetto della dignità, della sicurezza e della privacy delle persone, l’adozione di un metodo multidisciplinare, l’estensione del codice a tutti i campi della ricerca sulla robotica, l’adozione di procedure di valutazione del rischio in ogni tipo di progetto, pubblico o privato. Nello specifico, si chiede ai progettisti di tenere sempre a mente il principio secondo cui tutti i robot devono agire nell’interesse degli esseri umani. Un altro tema affrontato nel documento è quello dell’inclusività e dunque della necessità di garantire pieno accesso alle informazioni sui progetti agli azionisti, pubblici o privati. Al fine di assicurare che tutto questo descritto avvenga è prevista l’attivazione di un sistema di controllo etico, condotto da specifici comitati nazionali, che devono essere composti da membri con competenze appropriate e i cui giudizi devono essere pubblici.
Il rapporto ritiene anche necessaria la creazione di un’agenzia europea per la robotica e l’intelligenza artificiale così da assicurare una cooperazione rafforzata tra gli Stati membri e la Commissione per garantire nell’Unione norme transfrontaliere coerenti che promuovano la collaborazione tra le industrie europee e consentano la diffusione nell’intera Unione di robot che soddisfino i livelli richiesti di sicurezza nonché i principi etici sanciti dal diritto dell’Unione. Particolarmente interessante poi l’idea di chiedere alle aziende la stesura di report al fine di quantificare l’impatto dell’impiego dei robot o tecnologie d’intelligenza artificiale sui risultati economici delle aziende al fine di  definire uno schema di tassazione dell’automazione e di considerare seriamente l’introduzione di un reddito di base generale che dovrebbe compensare la disoccupazione creata dalla diffusione dei robot.

Le proposte sono molte ed interessanti anche se il tema cruciale da approfondire concerne la definizione dello status giuridico dei robot e l’attribuzione delle relative responsabilità al fine di assicurare un ecosistema in cui essi rappresentino davvero validi alleati dell’uomo nell’affrontare le nuove sfide del futuro.

 

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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