Rinnovabili in Italia: traguardo raggiunto

immagineObiettivo rinnovabili raggiunto: l’Italia ha fatto il suo in tema di rinnovabili, ci fa sapere l’Eurostat, col suo consueto aggiornamento dei dati, avvenuto lo scorso mese. L’obiettivo nazionale – pari al 17% – è stato raggiunto, già nel 2014 in realtà. Continua, nel 2015, a salire la quota di energia rinnovabile sul totale dei consumi finali, attestandosi a quota 17,5%, un’incidenza praticamente raddoppiata nell’arco dell’ultimo decennio. L’Italia si piazza quasi a metà classifica – 13° per quota di consumi energetici da rinnovabili – ma è tra i pochi ad aver già raggiunto (e superato) l’obiettivo fissato a livello nazionale e l’unica dell’Europa occidentale continentale. Gli unici Paesi ad aver già raggiunto il target sono, infatti, Paesi dell’Est Europa e Paesi scandinavi, mentre tutti gli altri sono ancora più o meno lontani, a seconda dei casi. I Paesi più distanti, in questo senso sono i Paesi Bassi – che, nonostante un obiettivo non particolarmente sfidante (14%) risulta ancora fermo a quota 5,8% – e Francia – che, a fronte di un obiettivo del 23%, risulta avere, nel 2015, consumi energetici finali derivanti solo per il 15,2% da fonti rinnovabili.

grafico 1

Tuttavia, come già noto, resta la criticità dei trasporti: sono infatti principalmente i consumi di energia elettrica a trainare il buon risultato nostrano, con forte difficoltà – non solo dell’Italia, va detto – nell’ambito dei trasporti. Solo il 6,4% dell’energia consumata per il trasporto proviene da fonti rinnovabili, incidenza sostanzialmente in linea con la media UE (6,7%). Sono, infatti, solo tre i Paesi che hanno fatto progressi consistenti in questo ambito nel corso dell’ultimo decennio: principalmente, Svezia e Finlandia – passate, rispettivamente, dal 7,1% e 1% nel 2006 al 24% e 22% nel 2015 – e, secondariamente, l’Austria, dove è l’11,4% dei consumi per trasporti ad essere prodotto da energia rinnovabile.

grafico 2

Il nuovo obiettivo è già dietro l’angolo: entro il 2030, l’obiettivo per l’UE è del 27%, che comunque non pare eccessivamente ambizioso e non dovrebbe pertanto creare grosse difficoltà.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata all’Università Commerciale L. Bocconi in Economia, con una tesi sperimentale sull’innovazione e le determinanti della sopravvivenza delle imprese nel settore delle telecomunicazioni.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.