In un contesto in cui la gran parte delle tradizionali attività si sta spostando sulla rete, cresce ad un ritmo impressionante la mole di dati prodotta – più o meno consapevolmente – dagli utenti di internet. Stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione che trova nei Big Data la sua massima espressione. Si tratta per l’appunto di enormi quantità di informazioni che vengono assemblate ed analizzate da sofisticati algoritmi che consentono una profilazione sempre più dettagliata e conseguentemente la formulazione di offerte sempre più personalizzate. Siamo dunque di fronte ad una ricchezza infinita soprattutto per le imprese che operano con la logica delle piattaforme online che sui dati incentrano il proprio modello di business.
Accanto alle evidenti opportunità che i dati offrono sia alle imprese che ai consumatori, si palesano anche rischi per la tutela della riservatezza delle persone, in considerazione del fatto che, grazie alle nuove tecnologie e alle tecniche di analisi, elaborazione ed interconnessione dei dati, è possibile re-identificare un individuo attraverso informazioni apparentemente anonime. L’importanza e la complessità del tema sta sempre più richiamando l’attenzione delle istituzioni europee e nazionali. Il 30 maggio scorso, in particolare, l’Autorità Antitrust, l’Autorità per le Garanzie e nelle Comunicazioni e l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali hanno avviato, un’indagine conoscitiva congiunta, riguardante l’individuazione di eventuali criticità connesse all’uso dei cosiddetti big data e la definizione di un quadro di regole in grado di promuovere e tutelare la protezione dei dati personali, la concorrenza dei mercati dell’economia digitale, la tutela del consumatore, nonché i profili di promozione del pluralismo nell’ecosistema digitale.
L’analisi, nello specifico, si concentrerà sull’impatto delle piattaforme e dei relativi algoritmi sulle dinamiche competitive nei mercati digitali, sulla tutela della privacy e della capacità di scelta dei consumatori e sulla promozione del pluralismo informativo con l’obiettivo di verificare gli effetti sull’ecosistema digitale dell’aggregazione di informazioni e dell’accessibilità ai big data ottenuti attraverso forme non negoziate di profilazione dell’utenza. Si tratta di un’iniziativa particolarmente rilevante che affronta con un approccio sinergico tra le diverse autorità coinvolte, uno dei temi a più elevato impatto sul futuro del nostro Paese, dell’Europa e del mondo intero in un’economia globale dove anche i confini territoriali risultano sempre più sfumati grazie alla digitalizzazione dei servizi.
È una sfida complessa in cui è fondamentale riuscire a bilanciare in maniera equilibrata, da un lato, la garanzia di una tutela effettiva della privacy degli individui e, dall’altro, la necessità di non legare con lacci e lacciuoli troppo stretti un fenomeno che nella dinamicità fonda la propria forza.