Come ogni anno, l’Istat ha pubblicato il Rapporto Noi Italia, contenente – tra le altre – le principali statistiche di sintesi del settore energetico.
I consumi medi dei cittadini italiani sono più bassi rispetto al cittadino medio europeo: 4.804 kwh nel 2015 contro 5.337 kwh[1], un dato spiegato certamente dal clima mite e che è, non a caso, trainato soprattutto dalle regioni meridionali, dove oscillano tra i 2.600 kwh/abitante della Calabria e i 4.524 kwh/abitante dell’Abruzzo.
Interessante notare anche la maggiore tendenza italiana, rispetto alla media europea, a sfruttare le fonti di energia rinnovabile: circa il 33,2% dell’energia complessivamente consumata all’interno del Paese deriva da fonte rinnovabile – contro una media europea del 27,5% – con picchi particolarmente accentuati in alcune regioni, prime tra tutte Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, dove i valori superano addirittura – ed anche di gran lunga – il 100% grazie al fatto che la produzione di energia è nettamente superiore alla richiesta interna.
Se è vero che i consumi sono diminuiti in maniera consistente nell’arco dell’ultimo decennio (-8,8% rispetto al 2005), è altrettanto vero che ancora maggiore è la contrazione della produzione di energia elettrica, che si attesta sui 4.655 KWh per abitante (-11,1%). Si assiste tuttavia ad una inversione di tendenza sia dei consumi che della produzione lorda di energia elettrica, che crescono rispettivamente del 2% e dell’1,1% rispetto al 2014, interrompendo dunque l’andamento negativo in essere dal 2012.
Inversione di tendenza anche per il contributo delle fonti rinnovabili ai consumi interni: di questi ultimi, infatti, è stato un terzo, nel 2015, a derivare da fonti alternative, un dato tuttavia in calo rispetto al 2014 (-3,1 p.p.) ma comunque due volte e mezzo quello di dieci anni prima e, come fatto notare prima, comunque superiore alla media europea. Esistono ancora enormi differenze tra regione e regione: al di là di Trentino e Valle d’Aosta, è buona la performance di Molise, Calabria, Basilicata e Abruzzo – dove oltre la metà dell’energia consumata è rinnovabile – mentre ci sono regioni (quali Liguria, Lazio ed Emilia Romagna), dove ancora molto poco sfruttate sono le fonti rinnovabili.
[1] Il dato UE è aggiornato al 2014