La rivincita della Tv in chiaro

fratelli_di_crozza_1_digital_low_640_ori_crop_master__0x0_640x360Ultimamente quando si parla di audiovisivo è per mettere in evidenza le tendenze dei nuovi operatori, dettate dalle diverse esigenze degli utenti. Si parla di OTT, di S-VOD e delle nuove offerte on demand in diretta concorrenza con le pay-TV tradizionali.

Sembrerebbe la fine della TV in chiaro se non si considerasse che l’audience audiovisiva è oggi divisa sostanzialmente in due: da un lato le èlite di fascia socioculturale alta e i giovani, che si stanno progressivamente spostando sul web ad impinguare le tasche di Netflix, Amazon e compagni; dall’altro la maggioranza degli utenti, quelli affezionati ad una TV generalista, in chiaro e gratuita. Forse le cose cambieranno tra qualche anno, ma al momento i dati di ascolto parlano di circa metà dell’audience italiana ancora legata alle 7 emittenti storiche del panorama italiano (le 3 reti Rai, 3 reti Mediaset e La7), situazione che, a meno di cataclismi, non cambierà sicuramente nel corso della stagione appena iniziata.

Più probabile che a rosicchiare audience siano le nuove leve DTT come le ex neonate nelle scuderie Sky e Discovery, TV8 e 9, che hanno il vantaggio di trovarsi a portata di zapping, laddove prima c’erano Mtv e Deejay TV, nelle ultime posizioni ad una cifra disponibili sul telecomando, quelle che valgono oro.

TV8, canale appartenente a Nuova Società Televisiva Italiana (leggasi Sky), ha un target semigeneralista e trasmette, tra le altre cose, repliche dei programmi trasmessi a pagamento su satellite. Il canale nasce dopo che, nell’estate 2015, Viacom cedette Mtv (è l’ambita posizione Lcn n° 8) a Sky. Per un breve periodo la denominazione del canale rimase Mtv, per poi modificarsi, il 16 settembre dello stesso anno, in MTV8. Da questo momento, accanto alla programmazione Viacom, il canale iniziò a offrire alcuni programmi già trasmessi da Sky (in particolare i talent) e la diretta di alcuni eventi sportivi oltre che i notiziari Sky Tg24. Dall’anno nuovo, a seguito del nuovo restyling, è sparita la M davanti al nome, è al canale è rimasta la denominazione definitiva TV8. La vittoria di Sky nell’asta dei diritti tv delle coppe europee potrebbe fornire al canale nuovi contenuti premium accelerandone la crescita.

Il canale 9, nasce invece dalla cessione a Discovery di Deejay TV da parte del gruppo L’Espresso avvenuta a gennaio 2015. Il passaggio ne determina un cambio radicale di programmazione, con la trasmissione di repliche di programmi e documentari DMAX, Real Time e Focus, di film e di alcuni eventi sportivi. Per un anno viene mantenuta la vecchia denominazione Deejay TV, di cui resta in onda una delle trasmissioni cardine: Deejay chiama Italia. A settembre 2015, a seguito di un restyling grafico, viene messo in risalto il numero 9 pur mantenendo il logo Deejay, che scomparirà definitivamente a ottobre 2016. Il 7 settembre il gruppo, forte dei successi di quest’anno in termini di share e raccolta pubblicitaria, ha presentato i nuovi palinsesti riservando un posto di primo piano al canale.

Oggi i due canali, forti dei grandi gruppi che li sostengono, non ci stanno a fare la parte delle piccole, e sono in grado di trasmettere eventi di primo piano quali il Motomondiale (in simulcast con Cielo) e alcune partite della UEFA Europa League, o talent come Italia’s Got Talent (TV8) o accaparrarsi nomi di primo livello, come Crozza, Max Giusti o Roberto Saviano (canale 9). I risultati non sono tardati ad arrivare: TV8 ha l’1,7% di audience giornaliero e 9 si attesta sull’1,4%, cifre che se pur piccole, hanno prospettive di crescita anche del 30-40%. Alcune trasmissioni, come Got Talent (6% di share) o Fratelli di Crozza (4,5%) hanno spesso insidiato il prime time delle emittenti storiche, accaparrandosi, tra l’altro, la fascia di pubblico più pregiata, 45-50enni di reddito alto.

Un mercato, quello della TV in chiaro, che, a quanto pare, continua a far gola ai grandi editori, che evidentemente vi vedono grossi margini di crescita.

Sony Pictures ha messo le mani sui tasti DTT 45 e 55 (una volta di proprietà della Tbs, editore di ReteCapri) per mandare in onda il canale per bambini Pop e Cine Sony, dedicato al cinema. Andando un po’ nelle posizioni Lcn, sul 33, una volta regno dell’albanese Agon Channel, ora trasmette Food Network, della multinazionale USA Scripps. Il 59 è presidio De Agostini, che vi trasmetterà il canale maschile Alpha e il 20 (ex ReteCapri) è ora proprietà di Mediaset.

Viacom trasmetterà da ottobre Spike sul 49, dedicato a uomini dai 25 ai 54 anni, che prenderà il posto di Fine Living dell’editore Scripps: assieme all’acquisto da De Agostini del 50% del canale kids Super! (sul 47), la multinazionale americana allarga la sua offerta free in Italia che comprendeva già Paramount Channel (canale 27), dedicato al cinema, il canale musicale Vh1 (sul 67 laddove prima trasmetteva Mtv Music), lanciati entrambi nel 2016. Curioso che un editore come Viacom, che dopo la vendita di MTV sembrava aver puntato tutto sul ramo pay (divenendo fornitore dei canali MTV, Nickelodeon e Comedy Central su Sky), sia poi tornato ad investire sulla TV in chiaro. Oggi la multinazionale americana vanta uno share quotidiano del 3% (1% Super!, 1% Paramount Channel, 0,2% Vh1 e il resto proveniente dalla pay-TV) ed ha come obiettivo dichiarato di medio periodo passare da sesto a quinto editore TV in termini di ascolti, superando dunque il gruppo Cairo (La7 e La7d).

Difficile che sia una coincidenza che tutte queste operazioni avvengano in una fase in cui la pubblicità, pur con gli alti e bassi dovuti agli strascichi della crisi, sta tornando a crescere, registrando, a fine 2016, un +1,7% totale e un +5,4% per la sola TV. Non dimentichiamo, inoltre, che la televisione continua ad attrarre il 60% degli investimenti in pubblicità, cosa non di poco conto per gli editori che si affacciano sul mercato italiano. (articolo scritto con Monica Sardelli)